Category Archives: Miscellanea
Gli eccessi del politicamente corretto
A tu per tu con La Capria. “Ho novantatré anni e la morte non mi fa più paura… ho piuttosto paura dell’eternità” CAP rilancia: sono nato vecchio, quindi morirò giovane
CONFESSIONI DI UNO SCRITTORE ANCORA IN FORMA – ”SANDRO VIOLA SI PRESE MIA MOGLIE.
MI HA SOLLEVATO DA PARECCHIE RESPONSABILITÀ – LE DONNE MI PIACEVANO O NO? NON RICORDO
PIÙ IL RAPPORTO COL SESSO – ROSI, MORAVIA, PARISE, GHIRELLI: I MIEI AMICI QUASI TUTTI COMUNISTI?
SE È PER QUESTO MOLTI ERANO PURE FROCI…” (titolo di Dagospia)
SOPRA LA CARTA LA CAPRIA CANTA. “Moravia tirchio, Flaiano soffriva, Soldati era un vizioso come tutti i cattolici.
A Kissinger traducevo i proverbi napoletani. Lui si sbellicava dalle risate. Chissà cosa capiva”.
Bernabei in Rai si raccomandava: ”Dobbiamo fare dei programmi per quelli che scendono dagli alberi’
“Un tempo era più facile capire, c’era la buona letteratura e c’era la cattiva letteratura. Oggi c’è la falsa buona letteratura. Quasi tutti scrivono bene, qualcuno anche benissimo, ma sono senz’anima. Libri costruiti. Goffredo Parise, il Parise del ‘Sillabario’, faceva diventare poetico il senso comune, perché solo la poesia rende un libro animato, vivo”. E quando gli si chiede di fare un esempio di libro artificioso, lui è forse quasi sul punto di citare il suo amico appena scomparso, Umberto Eco (ma non lo fa): “Penso ai libri dei personaggi televisivi, libri che loro si promuovono reciprocamente”. Dunque mette su un tono ironico, accompagnato da quell’inflessione napoletana che lui è capace di modulare, di accendere e di spegnere all’occorrenza, come se pensasse che in talune occasioni non si debbano sfuggire le reminiscenze regionali poiché farlo equivarrebbe a dare alle parole un che di neutro. Così quando è ironico, lui è anche napoletano. “In libreria si trovano i libri di cani e porci, i miei non si trovano mai”… Read the rest of this entry
Scopare conviene? La scomparsa del sesso nella modernità (che te lo fa trovare, anche spinto, dappertutto, anche se è un bisogno di cui si può fare a meno – mica è la fame o la sete). Molti, infatti, preferiscono il lavoro, gli amici, gli hobby (di contro, però, hanno successo sugar daddy e wild cougar, cioè relazioni un po’ così). Siamo nel celeberrimo quadro di Hopper, dove un uomo è seduto al bordo d’un letto su cui giacciono una donna seminuda e un libro aperto, probabilmente Platone. Bentornato fine onanista Diogene!
“In questa società che avvilisce il piacere, ci vogliono i monaci”. Avere sottratto il sesso al fine naturale, ossia la procreazione, ha svelato al mondo che gli unici ad avere capito tutto in anticipo erano quelli che si erano rinchiusi nella perversione più sublime: la castità. Riflessioni sul libro “Le aggravanti sentimentali” e sul saggio “Sexout”
Non scopa più nessuno, nemmeno nei romanzi di Antonio Pascale che hanno sempre creato una tensione d’intelligenze altamente erotica. “Le aggravanti sentimentali” (Einaudi) sono una carneficina. A pag. 17 una donna “dice che non le piace tanto scopare”. A pag. 25 un uomo si lagna: “Alzati, fatti la doccia, cerca il preservativo… Guarda, a volte scopare è una palla”. Passano venti pagine e un altro descrive “il futuro del sesso: quando la procreazione perderà il suo lustro faremo sesso mistico e ragionato, come monaci. In questa società che avvilisce il piacere, ci vogliono i monaci”. In altre parole avere sottratto il sesso al fine naturale, ossia la procreazione, appiattendolo su uno scopo culturale, ossia esibire la propria identità, e misurandolo su una scala economica, ossia la ricerca del piacere assoluto, ha svelato al mondo che gli unici ad avere capito tutto in anticipo erano quelli che si erano rinchiusi nella perversione più sublime: la castità.
Mica finisce qui: a pag. 67 ci sono uno, ancora giovane, che parla di prendersi soddisfazioni di fine carriera e una che dichiara che il sesso “non rientra nei suoi interessi primari”; a pag. 97 si avanza l’ipotesi che tutti i comici siano impotenti quindi facciano ridere per avere una copertura, per distogliere l’attenzione femminile, quindi “per non scopare”; a pag. 160 arriva chi decreta che “il sesso, come garanzia di felicità, è sopravvalutato”. Può tutt’al più essere lenimento, regressione infantile: di questo complesso romanzo la scena che più resta impigliata nella mente mostra una donna che, quando il suo partner nervosetto inizia a dare in escandescenze, prende a masturbarlo “con pazienza distratta, come una mamma che calma il figlioletto capriccioso mentre pensa che il sugo sul fuoco rischia di bruciarsi”… Read the rest of this entry
Oggi Battisti avrebbe compiuto 73 anni “Sognava una casa, una famiglia e un giardino”
Amarcord / Intervista al chitarrista dei Dik Dik Pietro Montalbetti:
«Volevo una barca a vela e un viaggio fino alle isole Fiji. Lui mi spiazzò…»
Lo conobbe in un piccolo studio di registrazione a Milano: seduto al pianoforte, un bel viso, magrolino con la zazzera di capelli ricci. Così Pietro Montalbetti, detto Pietruccio, leader dei Dik Dik e amico dell’artista ben prima che diventasse famoso, incontrò Lucio Battisti, tanto amato quanto schivo e riservato. Oggi il cantautore nato il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone avrebbe compiuto 73 anni.
Il vostro primo incontro?
«In quegli anni suonava la chitarra con i Campioni, un complesso fondato da Tony Dallara. Mi fece ascoltare le sue canzoni, devo dire che non erano un granché. Da subito tra di noi nacque un’empatia, ma a fine giornata ci salutammo senza nemmeno esserci scambiati un indirizzo. Lo incontrai qualche tempo dopo per caso, la vigilia di Natale del 1964, in piazza Duomo. Era a Milano per suonare con la sua orchestra, mi disse che non aveva i soldi per tornare a Roma in tempo così lo invitai a casa mia per il pranzo di Natale. Anche se era timido alla fine accettò. Iniziò così la nostra amicizia, con un pranzo in famiglia e un paio di guanti che mia mamma gli regalò». Read the rest of this entry
Ecco The New Day, giornale di carta senza sito web, pacato e di servizio, senza scoop o altre ossessioni, che non vuole fare politica ma raccontare e basta. Follia o medicina?
Non ha un sito, non ha gli editoriali, ha i commentatori ma non ha i commenti: ecco “The New Day”, il quotidiano uscito nelle edicole britanniche, gratis per il lancio, da oggi a 25 penny per due settimane, fino al prezzo stabilito, fifty pence, più dei giornali concorrenti, che costano anche la metà. L’editore è Trinity Mirror, che pubblica già il Daily e il Sunday Mirror, tabloid tendenza laburista, ma la direttrice del “nuovo giorno” dice che il suo giornale non vuole avere connotazioni politiche, non vuole commentare le notizie della giornata e poi posizionarsi, vuole semplicemente raccontare. E lo fa prendendo i contenuti dal Mirror, rielaborandoli, ma senza spendere troppi soldi per crearne di nuovi: si tratta di mettere in ordine quel che già c’è… Read the rest of this entry
Lessico e verbi del giornalismo di provincia
Tra bici bleu asportate e volti dei malfattori travisati i giornali locali ricamano e narrano i piccoli eventi quotidiani come grandi romanzi ottocenteschi di Mirko Volpi, Il Foglio, 22/2
In queste terre di Lombardia verdi e pianeggianti e operose, dove le cose non accadono o perché siamo troppo impegnati a lavorare per accorgercene o perché, semplicemente, non accadono (beati i luoghi che non hanno bisogno di eventi!), le notizie giacciono traguardate sul frigo dei gelati nei bar, parcamente commentate a interruzione di un decorosissimo tragitto quotidiano di noia, o percorse di fretta alla ricerca del nome noto, del luogo natio citato. Per gli avanguardisti, poi, al posto del frigorifero c’è addirittura internet. Ciò che non cambia è il racconto di tali notizie affidato ai da più parti celebrati cronisti di provincia.

Un libro (oggi introvabile) che acquistammo nel 1997, all’epoca in cui “fummo” cronisti d’assalto
Ah, il giornalismo locale! Ah, i reporter che ancora si sporcano le scarpe e consumano le suole scendendo in strada! Solo così si fa un giornalismo di fatti, qui è il futuro della carta stampata! Oppure no? Scarpe sporche, ma la penna è linda?
Io non lo so. So solo che pochi giorni fa a Nosadello, cuore simbolico dell’Oceano Padano, paese del nulla attraversato da una strada provinciale, è avvenuto un furto, in farmacia. Essendo evento ricorrente con cadenza all’incirca ventennale, ne hanno parlato almeno tre testate locali. Il resconto dei fatti si sostanzia in una pluristilistica mescidanza tra narrazione romanzesca, con incalzanti verbi all’imperfetto, e verbale dei carabinieri. “Un ignoto malfattore entrava nella farmacia parzialmente travisato da una sciarpa” – malfattore non così “ignoto” se poco dopo si certifica essere “il 37enne XY di Pandino, tossicodipendente”, ma soprattutto “travisato”, impavido arcaismo per ‘camuffato’ (vedi il Manzoni, su altra genia di bricconi nostrani: “due o tre bravi ben travisati”), forse suggerito da qualche segreto manuale del mestiere, vista la frequenza dell’impiego (“Aveva un cappellino, ma il volto non era travisato”, “Due malviventi, non armati e travisati da sciarpe”, a proposito di altri furti, altrove)… Read the rest of this entry
Piccolo omaggio (contro l’ecolalia social)

“Eco e Narciso” (1903), di John William Waterhouse
Effetto Bowie, si sente l’Eco.
#apocalitticimaintegrati
Eco merita tutti i necro-elogi possibili.
Ma i Narciso social, parlando di lui, esaltano se stessi.
#ilnomedellaposa
Con undici suoi libri in casa non possiamo astenerci da un piccolo fototributo.
#tagliarelatestaaltomo

Libreria CAP
(*) “L’ecolalia è un disturbo del linguaggio che consiste nel ripetere involontariamente,
come un’eco, parole o frasi pronunciate da altre persone”
->thedotcompany sta lavorando per voi Prove tecniche (grafiche, scientifiche, metodologiche: e dunque situazionali, emozionali, soluzionali) per un update che sia identitario, sinergico, etico-strategico Brand empowerment and development: big band experience, big bang explosion
->NEW! GUARDA I CORSI DELL’ACADEMY (alta formazione culturale e specialistica)

DOPO UN BRAIN-BUILD-STORMING MOLTO FULL E FOOL: “FUSI UN PO’, MA MAI CONFUSI”

The Castle Street: incontro editoriale per il varo di nuove collane librarie in quel di Reggio Emilia e Firenze

Milano: sulle scrivanie che contano anche i romanzi gialli di tdc-stampeditore. Al centro, King spiega le sue trame consultando un dispositivo di lettura digitale. A destra, l’artista thedotcompany Moreschi a Viano

Riunione d’alta formazione a Reggio e, sotto, incontri casuali d’alto profilo in stazione a Roma. A destra, Lorenzo il musicista aspetta una pizza mostrando un libro di alta cucina filosofica preso alla Panizzi
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Copertina del nuovo numero del Venerdì di Repubblica, dedicata a Sciascia (1921-1989). Al centro, una giovane di solida cultura garantista. A destra, viaggio di sola andata per il paradiso delle scienze cognitive

ANOTHER FOODBOOK – 1 / Al Pegaso per una “pizza al prosciutto cotto social media manager”

ANOTHER FOODBOOK – 2 / Sabato sera cena a Castelvetro (MO) grazie a un buono omaggio Smartbox

ANOTHER FOODBOOK – 3 / Stamattina colazione al teatro Valli per l’incontro con Legrenzi e Massarenti
Vertumno e Pomona, frutta e seduzione

Pontormo – Jacopo Carucci (1494-1557)
ANCHE NE “LE METAMORFOSI” DI OVIDIO. “La splendida favola di Vertumno e Pomona, celebrata a più riprese nell’arte figurativa moderna, ci presenta una donna sdegnosa dell’amore, tutta intenta ai suoi compiti nella produzione dei frutti. Allora Vertumno, il dio delle stagioni di origine etrusca, a cui Properzio aveva dedicato una famosa elegia (IV, 2), adotta tutti i travestimenti possibili per avvicinarla. La sua iniziativa prende le sembianze di una serie fantasmagorica di metamorfosi, che si succedono l’una all’altra per perseguire lo scopo della seduzione”.

Pieter Paul Rubens (1577-1640)

Camille Claudel (1864-1943), “Sakùntala”

Abraham Bloemaert (1564-1651)

Jean-Baptiste Lemoyne (1704-1778)

Francesco Melzi (1493-1570)