Nella notte dalla disco tornano
i ragazzi in festa e nel forno
di paese alla cassa c’è la ressa,
sembra giorno: cercano gli amici
in fila mentre pago, si chiamano
per nome, sciamano felici in un sabato
a far tardi tra una pasta e una pizzetta
con lo sguardo ballerino ubriacato
dai bei culi prima in pista e ora in testa
qui all’incrocio che dà sulla piazzetta.

BONSAI GUITAR IL 25/12 IN MONTAGNA
E io che quando bevo li capisco
ci rinasco per un niente nello scoppio
inubicato di quegli anni – ora che tutto
dal ritiro che mi è caro si fa stretto
o fuori posto (giù a ritroso, sulle spine,
chiodi ai muri) nell’andazzo di una vita
che non sfama più il suo scopo ma si svita
in differita col suo opposto: oppio puro
che si fuma dallo scorno di una fuga
nullescente nello smazzo dell’età.
E nel rimugino del tasto ci ricasco
a muso duro come un fallo ventunenne
fuoriuscente dalla tasca, basta un attimo
alla falla per riaprirsi nello smacco
del balugino del tempo: è lo spacco
senza toppe di avversioni capitali,
è il brindare divertito alla loro condizione
e punto i piedi – io che a casa non ci torno
miro ai ponti d’occasione lungo i pianti
sparsi a caso nell’invano della giostra…
…nei rigiri sul divano verso altre colazioni.
Immagine: Edward Hopper, “Early Sunday Morning” (domenica mattina presto), 1930