Taccuino fiorentino (10 spunti e appunti)

Taccuino fiorentino (10 spunti e appunti)


Il 15 dicembre in centro a a Pistoia

Il 15 dicembre in centro a a Pistoia

1) Scarseggia l’intelligenza naturale, abbonda quella artificiale. Si predica, ingenuamente o furbescamente, un’onestà distrattamente intesa o astrattamente fraintesa o artatamente contesa, roba da conato di “monito”: pochi però praticano quella cosiddetta intellettuale, collocabile tra lo spirito critico e l’autocritica spiritosa. Si parla per sentito dire, si tace per partito preso. Vigono due pesi e due misure, dati per dispersi i contrappesi e le contromisure: l’apparenza impazza, l’appartenenza inganna.

2) In una routine incline alla tumescenza, sospesa tra l’escandescenza per un apostrofo a inchiostro e l’escrescenza di una colleganza apocrifa, due sole cose contano per chi voglia sentirsi vivo fuori e antidivo dentro: il saper D’ESISTERE e il saper DESISTERE.

In partenza per Roma

In partenza per Roma (23/11)

3) Scarseggia l’intelligenza emotiva (per definizione senza confini), abbonda l’imbecillità senza motivo (per definizione sconfinata). Da “La prevalenza del cretino” di Fruttero & Lucentini a “Le leggi fondamentali della stupidità umana” di Cipolla col Mulino. Un contagio diffuso, un’epidemia senza antidoto che riguarda tutti: immuno-deficienza efficiente.

4) Ma quali titoli, macché retroterra: ciò che distingue un uomo è l’ostile (eleganza polemica). Per essere un typo bisogna avere carattere.

5) Il pensiero è in saldo, la mediocrazia avanza, l’umanità sembra avviata al suo ultimo stadio? In questo tutti-contro-tutti dominato da conformismo, pressapochismo e qualunquismo (in questa sfida all’esibizione digital-genitale, in questa sfilata di Signor Nessuno) ha ragione chi dagli spalti grida allarmato allo “sconto” di civiltà.

6) Via de’ Cerretani, Firenze. Gli Invisibili e gli Indifferenti, categorie sociali per certi versi (non in rima) a me afferenti, si contendono il centro senza scontro alcuno. Entrambe sembrano aver raggiunto la pace dei “senza”.

7) “Beato chi ha sete di giustizia, perché sarà giustiziato”, si diceva una volta. Mi sovvengono episodi personali, situazioni ascrivibili alla mia grossolana misericordia (un mix di remissione e compassione) e faccio tesoro di una frase dello scrittore italo-argentino Rodolfo Wilcock riportata dall’ottimo Vitiello in un articolo che cita il Grande Inquisitore di Dostoevskij a pagina due del Foglio di ieri: “L’ingiustizia è la giusta punizione di chi si offre al giudizio dei suoi inferiori”. Quindi: è da idioti somigliare all’Idiota di un altro capolavoro del romanziere russo? Dipende, ma non credo. Per il socio-filosofo Byung-Chul Han ci salveremo solo se saremo idioti, perché l’idiota è l’outsider non conforme, è il folle (in senso jobsiano) fuori catalogo che sfugge alla convenzione, è l’idiosincratico che non si lascia controllare o addomesticare né dal potere né dallo spirito del tempo (“Idiotismo”, ultimo capitolo del saggio “Psicopolitica”, ed. nottetempo 2016).

COLAZIONE A SCANDIANO (8 dicembre)

COLAZIONE A SCANDIANO (8 dicembre)

8) Ho appeso uno striscione nella mia camera di consiglio: “Più aforismi, meno algoritmi”. In una libreria di Pistoia l’occhio destro cade su una sentenza attribuita a Shakespeare mentre quello sinistro sbircia una massima di Gervaso, ovvero: 1) “Se è bella deve essere corteggiata, se è donna può essere conquistata”; 2) “All’uomo di potere la donna perdona tutto, anche l’impotenza”.

9) Spesso le donne tendono a minimizzare (dimezzare) i loro “precedenti penali”, gli uomini invece quasi sempre tendono a enfatizzarli (raddoppiarli). Le prime agiscono per sottrazione (rimozione), i secondi per moltiplicazione. Le prime peccano di omissione, i secondi di ammissione. Le dimensioni del fenomeno, dunque, sfuggono alla lealtà statistica, così come quelle dell’organo deputato vanno in deroga al principio di realtà stabilito dall’ecosistema metrico decimale. E ancora: le une è come se sperassero in un condono “trombale” laddove gli altri, di contro, gioirebbero per una condanna per direttissima perché colti in fallo ovvero arrestati in “fregnanza” di reato. In entrambi i casi, tuttavia, la pena suscitata (cioè inflitta a chi ascolta) è massima.

10) Rimario minimo su binario morto. Ovunque tu vada / comunque si metta / c’è sempre un freno da azionare al volo / c’è sempre un treno che riporta a casa.

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