Monthly Archives: marzo 2016

Sgalambriana. Non son solo canzonette

Sgalambriana. Non son solo canzonette


sga

Sarà che ultimamente frequentiamo la scrittura siciliana (l’immenso Sciascia, il già scandianese Bufalino, il pirotecnico Buttafuoco), ci va qui e ora di rendere un doveroso omaggio al filosofo Manlio Sgalambro da Lentini (sì, come il mitico Gorgia!) che per vent’anni è stato per Battiato – semplifichiamo un po’, perdonateci – quel che Panella è stato per l’ultimo Battisti (l’avantissimo “periodo bianco”, anni 1986-1994).
E che tra ombrelli e macchine da cucire, gommelacca e capitani Shackleton ha scritto buona parte del testo della fortunata “La cura” (in scaletta anche ieri sera al teatro Valli), tra le più apprezzate canzoni d’amore italiane di sempre insieme a – rullo di tamburi: la selezione che segue è personale e a braccio, incompleta e opinabile, forse persino sottilmente provocatoria – “L’importante è finire” e “Ancora ancora ancora” di Malgioglio (per Mina), “Se telefonando” di Costanzo (nuovamente per Mina, con musica di Morricone che si ispirò al suono delle sirene della polizia di Marsiglia), “Tutto il resto è noia” e “Minuetto” di Califano, “Su di noi” di Pupo e “Gloria” di Tozzi (testo del grande Bigazzi, già membro dei mitici Squallor), “Ancora tu” e “Prendila così” di Mogol, “Bella stronza” e “Tempo buttato via” cantate da Masini, “Gli uomini non cambiano” e “Almeno tu nell’universo” portate al successo da Mia Martini e, infine, “Una lunga storia d’amore” di Paoli che contiene perline come “io ti conosco da sempre e ti amo da mai” e “ora è già tardi ma è presto se tu te ne vai” (certo, ci sarebbe anche “La canzone dell’amore perduto” di De André, tra l’altro interpretata da Battiato nella raccolta “Fleurs“: bellissima, è vero, ma tant’è).
I primi nostri cinque libri di Sgalambro (scomparso due anni fa) li comprammo tra il ’94 e il ’95 – l’ultimo, invece, l’interessante “Variazioni e capricci morali”, è entrato nella biblioteca CAP a inizio gennaio 2014, appena uscito (e ancora: un brano de “Il balsamo”, da “La consolazione”, Adelphi 1995, pp. 114-116, appare ne “L’ultimo applauso dell’ultima amante”, nostro lavoro poetico del 2001).
Nella foto qui sopra, anche due titoli-chicca di due autori molto cari al pensatore paroliere – vale a dire Schopenhauer (in edizione tedesca) e Cioran (in edizione francese).

POI, CINQUE LIBRI DI O SU NIETZSCHE IN LINGUA STRANIERA (LETTONE INCLUSA)

POI, QUATTRO LIBRI DI O SU NIETZSCHE IN LINGUA FRANCESE PIU’ UNO IN LETTONE

Solitudine e creazione condivisa

Solitudine e creazione condivisa


specchispecchi due“LA POSTMODERNITA’ CHIAMA INTELLIGENZA LA CAPACITA’ DI DISINTEGRARSI QUANTO BASTA PER POTERSI CONFORMARE ALL’ESOSCHELETRO DI UN’IMPRESA. RISULTA INTELLIGENTE CHI E’ CAPACE DI GIOCARE A NASCONDINO CON SE STESSO FINO AL PUNTO DI PERDERSI”

(Oltre le passioni tristi. Dalla solitudine contemporanea alla creazione condivisa”, Miguel Benasayag, Feltrinelli 2016)

Aritmetica delle strutture reggiane

Aritmetica delle strutture reggiane


nuvolettaNegramaro + 883 + Mirabello x Sting = 118 codice giallo
Città delle persone – Arena spettacoli = Città Della Pensione
Visioni politiche x Tenzoni urbanistiche = 0 (codice rosso)
Mediopadana + Zed Entertainment area eventi = 2028 d.C.
Campovolo – Palazzetto dello sport = Campo per giocare a polo
Tecnopolo : Polveriera remix = Parco delle Caprette indoor
Centro storico pedonalizzato + Aula bunker Humilia = Alcatraz 2.0
Campus San Lazzaro : Spazio Gerra = Frenologia Europea 11
Chiostri di San Pietro + Street Food Festival = Sagra delle carni
Notte ai Musei Civici + Box Officucina = Birrificio 3D (D.Lgs. 626)
Officina delle Arti + Biblioteca delle Arti = Marabù 2016
Teatro Valli x Teatro Ariosto + Mauriziano = Parco Ottavi delle Arti
Palazzo Magnani x Monumento Mazinga + Cavallerizza = 666
Biblio Panizzi – Centro Malaguzzi = Ricovero attrezzi wi-fi
Vittoria Park + Vasca di Corbelli = Luna park Aquatico 007
Istituto Pero + Ristoreco melò = Mercato contadino (K 626 Mozart)
RestAterbalbetto x Mercoledì Rosa – Le Fiere = Banana republic

Il garantismo secondo Montesquieu (saggio 2016) e l’errore giudiziario (bel libro 2011)

Il garantismo secondo Montesquieu (saggio 2016) e l’errore giudiziario (bel libro 2011)


garantismo

Se è vero che ogni uomo che non viva sulla luna è ben consapevole della fallibilità umana e non ignora che anche i giudici possono sbagliare, è anche vero che in considerazione degli irreparabili e devastanti effetti che derivano dagli errori giudiziari, l’ordinamento giuridico dovrebbe garantire: – la più severa vigilanza sulla condotta del magistrato inquirente e di quello giudicante affinché la loro funzione non sia inficiata dalla passione e dal fanatismo; – la più assoluta e rigorosa applicazione del principio di presunzione di innocenza dell’imputato; – la più grande “lontananza” possibile (in senso fisico e professionale) del magistrato inquirente da quello giudicante; – l’obbligo per il magistrato di rispondere di fronte alla legge, ove abbia commesso gravi errori nell’esercizio della sua funzione. E riguardo a questo tema, in riferimento al caso Calas, con cui Vergès avvia il suo esame, non conosciamo più perfetta ed efficace riflessione di quella che Voltaire ci ha lasciato all’inizio del suo Traité sur la tolerance à l’occasion de la mort de Jean Calas: «Ma se un padre di famiglia innocente viene consegnato nelle mani dell’errore, o della passione, o del fanatismo; se l’accusato non ha a sua difesa altro che la propria virtù; se nel trucidarlo gli arbitri della sua vita non corrono altro rischio che quello di sbagliarsi; se essi possono uccidere impunemente con una sentenza: allora si leva il grido pubblico, ciascuno teme per se stesso, accade che di fronte a un tribunale istituito per vegliare sulla vita dei cittadini nessuno è sicuro della propria vita, e tutte le voci si uniscono per chiedere vendetta».

Se è vero che ogni uomo che non viva sulla luna è ben consapevole della fallibilità umana e non ignora che anche i giudici possono sbagliare, è anche vero che in considerazione degli irreparabili e devastanti effetti che derivano dagli errori giudiziari, l’ordinamento giuridico dovrebbe garantire:
– la più severa vigilanza sulla condotta del magistrato inquirente e di quello giudicante affinché la loro funzione non sia inficiata dalla passione e dal fanatismo;
– la più assoluta e rigorosa applicazione del principio di presunzione di innocenza dell’imputato;
– la più grande “lontananza” possibile (in senso fisico e professionale) del magistrato inquirente da quello giudicante;
– l’obbligo per il magistrato di rispondere di fronte alla legge, ove abbia commesso gravi errori nell’esercizio della sua funzione.
E riguardo a questo tema, in riferimento al caso Calas, con cui
Vergès avvia il suo esame, non conosciamo più perfetta ed efficace riflessione di quella che Voltaire ci ha lasciato all’inizio del suo Traité sur la tolerance à l’occasion de la mort de Jean Calas: «Ma se un padre di famiglia innocente viene consegnato nelle mani dell’errore, o della passione, o del fanatismo; se l’accusato non ha a sua difesa altro che la propria virtù; se nel trucidarlo gli arbitri della sua vita non corrono altro rischio che quello di sbagliarsi;
se essi possono uccidere impunemente con una sentenza: allora si leva il grido pubblico, ciascuno teme per se stesso, accade che di fronte a un tribunale istituito per vegliare sulla vita dei cittadini nessuno è sicuro della propria vita, e tutte le voci si uniscono
per chiedere vendetta».

«Invochiamo il potere di punire per difendere la nostra sicurezza. Ma come ci difendiamo dal potere di punire?»

È un potere tragico, il potere di punire. Protegge, minacciando. Contiene la violenza attraverso l’uso della forza. È uno scudo potente; ma può ferire quanto le armi da cui difende. La sua fonte di legittimazione risiede nella tutela della vita, dell’integrità e della libertà delle persone; che, in assenza di proibizioni legali munite di sanzioni, resterebbero in balìa della legge del più forte.
Eppure, esso invade la sfera di immunità che presidia: inquisendo, imputando, costringendo e condannando. È un potere necessario e terribile, il cui esercizio può sempre degenerare in forme oppressive. Per questo, occorre limitarlo e modellarlo attraverso il diritto, al fine di renderlo aderente agli scopi garantistici che ne costituiscono la ragion d’essere.
«È dalla bontà delle leggi penali – scrisse Montesquieu, oltre due secoli e mezzo fa – che dipende principalmente la libertà del cittadino»: dalla configurazione della sfera dei reati, dalla composizione dell’arsenale delle pene, dall’organizzazione giurisdizionale e dalle regole del processo. Questa lezione politica ha lasciato una traccia profonda nella civiltà del diritto. Ha ispirato Beccaria, ha fecondato il dibattito illuministico, ha inciso sul processo di laicizzazione, umanizzazione e razionalizzazione del sistema penale.
Rileggere l’Esprit des lois, in un’epoca di espansione del potere punitivo, può essere un utile esercizio di resistenza contro la propaganda dogmatica del securitarismo. Con la sua critica dei divieti esorbitanti, dei castighi sproporzionati, delle accuse inverificabili e dei giudizi arbitrari, Montesquieu ci avverte che le fondamenta dello Stato di diritto poggiano sul terreno del garantismo penale.

*****

Negli anni settanta del Novecento si sviluppò un nuovo concetto di garantismo, legato al rispetto di una serie di diritti nel campo della procedura penale e incentrato sull’accertamento oggettivo della verità dei fatti, al di là di qualsiasi manipolazione e da qualsiasi arbitrio da parte del potere politico o giudiziario. In risposta alla legislazione d’emergenza con cui la politica italiana tentava di fronteggiare il fenomeno del terrorismo, i giuristi d’orientamento progressista teorizzarono il primato dei diritti individuali di immunità e di libertà di fronte al potere punitivo dello Stato. Significative a questo proposito le tesi di Luigi Ferrajoli, che riassumevano, in dieci principi generali, un sistema di garanzie nella giustizia penale:

  1. nessuna pena senza reato (principio di consequenzialità della pena al reato)
  2. nessun crimine senza legge (principio di legalità)
  3. nessuna legge penale senza necessità (principio di economia del diritto penale)
  4. nessuna necessità di legge penale senza danno (principio della offensività dell’evento)
  5. nessun danno senza azione (principio di materialità o esteriorità dell’azione)
  6. nessuna azione senza colpa (principio di colpevolezza o della responsabilità personale)
  7. nessuna colpa senza processo (principio di giurisdizionalità)
  8. nessun processo senza accusa (principio della separazione tra giudice e accusa)
  9. nessuna accusa senza prova (principio dell’onere della prova)
  10. nessuna prova senza difesa (principio del contraddittorio).

Delle dieci garanzie individuate da Ferrajoli, le prime sei rappresentano garanzie penali sostanziali, le ultime quattro sono garanzie processuali. Tali garanzie processuali costituiscono il nucleo di un più ampio, e non solo penale, garantismo giudiziario.

I principi fondamentali del garantismo giudiziario sono costituiti da:

  • garanzia dagli arresti arbitrari
  • habeas corpus (cioè immediata comunicazione dei motivi dell’arresto e celere presentazione al magistrato, perché possa eventualmente decidere la messa in libertà)
  • principio del contraddittorio, diritto alla difesa e partecipazione del difensore a tutte le fasi del procedimento penale
  • limitazione dei casi di carcerazione preventiva
  • presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva
  • condanna soltanto dopo una acquisizione di prove del tutto convincente (inammissibilità dei processi indiziari).

Inaugurato il Pizzikotto di Scandiano. Franco: “Siamo tornati nel nostro amato paese con un nuovo locale, una pizzeria, proprio dove 10 anni fa, esattamente in marzo, aprimmo il Roba da Matti”

Inaugurato il Pizzikotto di Scandiano. Franco: “Siamo tornati nel nostro amato paese con un nuovo locale, una pizzeria, proprio dove 10 anni fa, esattamente in marzo, aprimmo il Roba da Matti”


SCANTRE
L’ormai celebre brand col cuore, simbolo-logo della catena di locali firmati Kuoreitaliano

SCANDUE
Matteo Montanari insieme all’architetto milanese Andrea Langhi, creatore d’atmosfere

SCAN
Franco Montanari (al centro) in un selfie con due clienti della zona all’inaugurazione di ieri

A tu per tu con La Capria. “Ho novantatré anni e la morte non mi fa più paura… ho piuttosto paura dell’eternità” CAP rilancia: sono nato vecchio, quindi morirò giovane

A tu per tu con La Capria. “Ho novantatré anni e la morte non mi fa più paura… ho piuttosto paura dell’eternità” CAP rilancia: sono nato vecchio, quindi morirò giovane


CONFESSIONI DI UNO SCRITTORE ANCORA IN FORMA – ”SANDRO VIOLA SI PRESE MIA MOGLIE.
MI HA SOLLEVATO DA PARECCHIE RESPONSABILITÀ – LE DONNE MI PIACEVANO O NO? NON RICORDO
PIÙ IL RAPPORTO COL SESSO – ROSI, MORAVIA, PARISE, GHIRELLI: I MIEI AMICI QUASI TUTTI COMUNISTI?
SE È PER QUESTO MOLTI ERANO PURE FROCI…”
(titolo di Dagospia)

SOPRA LA CARTA LA CAPRIA CANTA. “Moravia tirchio, Flaiano soffriva, Soldati era un vizioso come tutti i cattolici.
A Kissinger traducevo i proverbi napoletani. Lui si sbellicava dalle risate. Chissà cosa capiva”.
Bernabei in Rai si raccomandava: ”Dobbiamo fare dei programmi per quelli che scendono dagli alberi’

la capria

“Un tempo era più facile capire, c’era la buona letteratura e c’era la cattiva letteratura. Oggi c’è la falsa buona letteratura. Quasi tutti scrivono bene, qualcuno anche benissimo, ma sono senz’anima. Libri costruiti. Goffredo Parise, il Parise del ‘Sillabario’, faceva diventare poetico il senso comune, perché solo la poesia rende un libro animato, vivo”. E quando gli si chiede di fare un esempio di libro artificioso, lui è forse quasi sul punto di citare il suo amico appena scomparso, Umberto Eco (ma non lo fa): “Penso ai libri dei personaggi televisivi, libri che loro si promuovono reciprocamente”. Dunque mette su un tono ironico, accompagnato da quell’inflessione napoletana che lui è capace di modulare, di accendere e di spegnere all’occorrenza, come se pensasse che in talune occasioni non si debbano sfuggire le reminiscenze regionali poiché farlo equivarrebbe a dare alle parole un che di neutro. Così quando è ironico, lui è anche napoletano. “In libreria si trovano i libri di cani e porci, i miei non si trovano mai”… Read the rest of this entry

Ci vuole un “fisico” testuale

Ci vuole un “fisico” testuale


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Elementi (esperimenti) di Fisica Editoriale: CAP mostra il suo cuore “pulsante”!
pulsante
Un novizio ma già devoto meccanico quantistico nel lab-oratorio di Fisica Dello Stato Solido, ovvero:
prove tecnico-pratiche su basi teorico-mistiche della nota equazione di Schrödinger (sotto lo sguardo vigile
dell’emerito prof. Fieschi). Contro tutte le derive e i logorii della società gassosa e/o modernità liquida.

blanche
fisica tre

brainstorming briefing

Brainstorming mood. Team briefing nella campagna di Salvaterra

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