“La sua conferenza stampa è stata di un altro pianeta. E allora, sì, evviva il lecca lecca”
Sì, non dovrei leccare il presidente del Consiglio in carica. Ma ci sono abituato, è più forte di me. In tanti affettano disgusto per chi detiene il potere politico. In tanti pensano che il dovere di chi scrive sui giornali è la critica, la denuncia, la protesta, lo scandaglio dei misteri del male di palazzo, si abbiano o no le prove (come diceva PPP), il papà della Boschi, il lettone di Putin, i conflitti di interesse che si vedono. Siamo un paese di gente indipendente, che scommette la testa, bene attaccata sul collo, sulla libertà di dannare, la famosa liberté de blâmer senza la quale, diceva Beaumarchais, non vi è éloge flatteur: siamo gente forte, robusta, capace di far soldi e di far carriera nell’unico modo lecito, sputtanando il prossimo politico tuo, e magari alla fine ci si converte alla chiesa francescana, che è misericordiosa, e ci si fa contenti, ricchi e contenti. Io però sono fragile, sono un salariato di successo che non ha brigato per cariche e onori, a parte il seggio del Mugello che non mi hanno voluto dare preferendomi Di Pietro, quei disgraziati; a parte l’elezione alla Camera nella lista contro l’aborto, che non ha riscosso il successo clamoroso che ci attendevamo (oddio: alla televisione ci tenevo, il Parlamento europeo nell’89 con De Michelis era interessante, fare il ministro nel primo governo Berlusconi era una bella prospettiva, roba che rende e prepara una lunga stagione alla direzione di un quotidiano, guarda tu). Sì, sono fragile, ho bisogno di adulare: una volta il partito, una volta Craxi, una volta il Cav., ora Matteo. E’ un impulso, qualcosa di tossico che implica dipendenza… Read the rest of this entry →