Monthly Archives: gennaio 2016

Family Way e solita fiera del politicamente corretto (Coop, Ikea). 10 nuovi spot

Family Way e solita fiera del politicamente corretto (Coop, Ikea). 10 nuovi spot


PARAGURU. LA CAMPAGNA COOP ORIGINALE

TANTI GURU E PARAGURU IL 30 GENNAIO. LA CAMPAGNA COOP, NON PROPRIO ORIGINALE

LA CAMPAGNA DELL'IKEA, MOLTO SIMILE A QUELLA COOP

LA CAMPAGNA DELL’IKEA, MOLTO SIMILE A QUELLA DELLA COOP

UNA DELLE TANTE CAMPAGNE DEI PASTAI

UNA DELLE TANTE CAMPAGNE DEI PASTAI

ANCHE QUI IL CONCEPT E' LO STESSO

ANCHE QUI IL CONCEPT E’ LO STESSO

LA BARILLA HA DOVUTO RIMEDIARE DOPO LA GAFFE A FAVORE DELLA FAMIGLIA TRADIZIONALE DI QUALCHE TEMPO FA

La Barilla ha dovuto rimediare dopo la gaffe a favore della famiglia tradizionale di qualche tempo fa

Lisce, gassate o pazzerelle? In anteprima esclusiva la nuova pubblicità politically correct (bipartisan, ecumenica) della Cooppia moderna! Ma io storco il naso e rilancio: “Meno campagne virali, più colline virili! ‪#‎isteriasocial‬ #noalpensierounico #conformismodellanticonformismo #dirittierovesci #lasciatelimanifestareinpace

famiglia famiglia cinque famiglia tre famiglia sette famiglia sei famiglia quattro famiglia otto famiglia nove famiglia due famiglia dieci

Probabilmente i 10 minuti più belli del cinema italiano di tutti i tempi

Probabilmente i 10 minuti più belli del cinema italiano di tutti i tempi


CIBERNETICA. “Dalla seconda guerra mondiale le innovazioni procedono comunque a ritmo esponenziale, passando da valvole, relè e transistor, tramite microcontroller e processori velocissimi (diversi GHz), a prototipi di robot umanoidi capaci di controllare i propri movimenti a seconda del terreno circostante”

Un giornale sui generis, un plot riuscito 30/1/1996-30/1/2016: auguroni al Foglio, che oggi compie 20 anni. Piccolo è bello

Un giornale sui generis, un plot riuscito 30/1/1996-30/1/2016: auguroni al Foglio, che oggi compie 20 anni. Piccolo è bello


Chi lol dirige e chi l'ha fondato

Chi lo dirige, chi l’ha fondato

Magro (poche pagine big size), sobrio (niente foto, solo vignette; titoli non urlati), estetico e situazionista. Pensato ma non benpensante (per questo fa pensare…), ricco di rubrichine e istrionico quanto basta. E poi approfondimenti e bella scrittura, storia altra e cultura alta, dietro le quinte e quinte colonne, giusta ironia e prontissima autoironia, un pizzico di snobismo freejazz (elitario?) ed esibite, convinte dosi di anticonformismo. Perché “nulla di più pernicioso dell’uomo che agisce bene e pensa male. Il contrario o il simmetrico dell’ipocrita è molto temibile” (Paul Valéry)

“Il primo numero del Foglio è pubblicato il 30 gennaio 1996. Oggi si compie il ventesimo anno di vita del giornale, e si entra nel ventunesimo. In corso sobri festeggiamenti per il fortunato compleanno.
Direzione, redazione, poligrafici, amministrativi, cooperatori e azionisti formulano i migliori auguri ai lettori. I giornali si spiegano da soli, tutto il resto viene dalla chiacchiera. Arrivederci tra altri vent’anni”.

Godibilissimo (autoironico ma sincero e motivato) elogio di Renzi dall’Elefantino: “Chapeau! Quindi… ecco il mio slurp”

Godibilissimo (autoironico ma sincero e motivato) elogio di Renzi dall’Elefantino: “Chapeau! Quindi… ecco il mio slurp”


“La sua conferenza stampa è stata di un altro pianeta. E allora, sì, evviva il lecca lecca”

polloSì, non dovrei leccare il presidente del Consiglio in carica. Ma ci sono abituato, è più forte di me. In tanti affettano disgusto per chi detiene il potere politico. In tanti pensano che il dovere di chi scrive sui giornali è la critica, la denuncia, la protesta, lo scandaglio dei misteri del male di palazzo, si abbiano o no le prove (come diceva PPP), il papà della Boschi, il lettone di Putin, i conflitti di interesse che si vedono. Siamo un paese di gente indipendente, che scommette la testa, bene attaccata sul collo, sulla libertà di dannare, la famosa liberté de blâmer senza la quale, diceva Beaumarchais, non vi è éloge flatteur: siamo gente forte, robusta, capace di far soldi e di far carriera nell’unico modo lecito, sputtanando il prossimo politico tuo, e magari alla fine ci si converte alla chiesa francescana, che è misericordiosa, e ci si fa contenti, ricchi e contenti. Io però sono fragile, sono un salariato di successo che non ha brigato per cariche e onori, a parte il seggio del Mugello che non mi hanno voluto dare preferendomi Di Pietro, quei disgraziati; a parte l’elezione alla Camera nella lista contro l’aborto, che non ha riscosso il successo clamoroso che ci attendevamo (oddio: alla televisione ci tenevo, il Parlamento europeo nell’89 con De Michelis era interessante, fare il ministro nel primo governo Berlusconi era una bella prospettiva, roba che rende e prepara una lunga stagione alla direzione di un quotidiano, guarda tu). Sì, sono fragile, ho bisogno di adulare: una volta il partito, una volta Craxi, una volta il Cav., ora Matteo. E’ un impulso, qualcosa di tossico che implica dipendenza… Read the rest of this entry

Quel biennio feroce che sconvolse l’Italia

Quel biennio feroce che sconvolse l’Italia


-> Un feuilleton ottocentesco sull’anno delle nostre ghigliottine, raccontato con il futurum exactum
-> Novantatré sfumature di terrore. Rileggere la decomposizione civile, politica e antropologica italiana

Il libro in uscita da Marsilio

Il libro, in uscita da Marsilio

Un libro sull’anno clou del cosiddetto “Terrore” giacobino al servizio di una rivoluzione che molti giudicano selettiva, in una fase di cessazione di prerogative e/o cessione di sovranità (per opportunismo o per paura). Furore giustizialista, ferocia mediatica: insomma, barbarie e manette, con compromissione di alcune garanzie elementari (presunzione d’innocenza, giusto processo, primato della politica). Craxi? L’unico gigante, paradossalmente, in un paese inginocchiato al facile moralismo. Oggi sono in tanti a recitare il mea culpa, e meno male: tuttavia l’andazzo di certi automatismi (cortocircuiti conformistici) è rimasto più o meno lo stesso…

L'anno scorso invece uscì "1992" di Tiziana Maiolo

L’anno scorso invece uscì “1992 – La notte del garantismo”, di Tiziana Maiolo

Il coro dei giornalisti: un plotone d’esecuzione che andò oltre al vero o presunto patto dei giornaloni per concordare linea, scoop e titoli. Numerosi attori del circo mediatico sono rimasti nel ’93, anno clou del terrore: forse perché è più comodo continuare esattamente allo stesso modo (la storia non insegna). “Chiamano inchiesta il riciclaggio sedentario dei verbali. Noi del Foglio facevamo fior di controinchieste andando a sudarci dichiarazione per dichiarazione (le procure naturalmente non ci davano niente). Un vero controlavoro con tutte le difficoltà conseguenti. E sai come le chiamavano le nostre controinchieste? ‘Veleni’. Noi che lavoravamo: ‘veleni'; quelli che invece facevano da buca delle lettere: ‘inchieste’. E continua così! Ci sono giornalisti che vivono da decenni sulla pubblicazione di verbali recapitati dalle procure: un po’ comodo…” (Su ‘Il Foglio’ di oggi)

RIEDUCATIONAL / Tutti pazzi per il nuovo pensiero positivo, l’ottimismo razionale che coniuga fact checking, Big Data e “nudge” (spinta gentile, alla voce arte di governo: versione friendly della moral suasion…), ovvero: come migliorare se stessi su base scientifica e cooperare per il bene collettivo

RIEDUCATIONAL / Tutti pazzi per il nuovo pensiero positivo, l’ottimismo razionale che coniuga fact checking, Big Data e “nudge” (spinta gentile, alla voce arte di governo: versione friendly della moral suasion…), ovvero: come migliorare se stessi su base scientifica e cooperare per il bene collettivo


animaliL’American Dream ha sempre avuto tra i suoi ingredienti essenziali il pensiero positivo. È vero più che mai. Basta scorrere l’elenco dei best-seller nelle librerie di qui. Dominano titoli come questi: “Le 7 abitudini delle persone efficienti”, “La nuova psicologia del successo”, “Conquistare il sì degli altri: negoziare accordi vincenti”, “Il segreto di un amore durevole”. È il genere del self-help, la manualistica fondata sull’incrollabile fiducia americana che tutto si può migliorare, a cominciare da noi stessi. Al quarto posto nella classifica libri del Washington Post regge tuttora il capostipite intramontabile di questo genere, “Come conquistare amici e influenzare gli altri”, il classico che Dale Carnegie scrisse nel 1936 inaugurando il filone del “self-improvement”, il miglioramento di sé. L’influenza del pensiero positivo è pervasiva, onnipresente. È la prima regola che fu inculcata a mia moglie cominciando a lavorare negli Stati Uniti quindici anni fa, poi a mia figlia quando è arrivato il suo turno: ai tuoi superiori non presentare mai un problema ma una soluzione; non lamentarti di una cosa che non funziona, suggerisci come aggiustarla. Tra gli europei il pensiero positivo scatena reazioni contrapposte: per atavico scetticismo lo considerano una manifestazione dell’ingenuità e della superficialità americana; al tempo stesso lo ammirano segretamente perché “dà una marcia in più” a chi ci crede… Read the rest of this entry

La nostra piazza preferita per manifestare

La nostra piazza preferita per manifestare


Photo: Alyssa Arce by Terry Richardson
charlotte due tagliata

Accusatio repetita, excusatio manifestazione.
Fascinazione della nominazione, evocazione
a mo’ di suggestione… avocazione furbettina.

Mistificatio non petita, manipolatio manifesta e un po’ molesta.
Giramento di frittata con ribaltamento di persecutio temporum.

Anti-qua, anti-là: ma anti-de-che? Armi di distrazione di massa e cliché.
Narcisismi da tastiera. Piagnisteo politicante di pupi travestiti da agnelli.

Lische di proscrizione. Liste della spesa e grandi magazzini del passato.
Sì: pesci palla e pesci in faccia, menatori di torroni et ciurlatori di manici.

Sicumere e figure retoriche, fuffa ideologica e poca logica. Shitstorm:
argomentum ad minchiam, detrimentum intellettivo, regime cognitivo.

Teste brulle, slogan frusti e selfie tristi.
Piazze piene, vasche buie, urne vuote.
Destra autoironica, sinistra umoristica.