Monthly Archives: settembre 2015

Derive moderne in salsa mistificatoria: alla prova dell’atto la donna sogna maratoneti!
Che ansia e che barba quando il sesso non basta farlo (bene) ma va pure fatto durare
Contro la sindrome “martello pneumatico”
-> Una sveltina salva la vita: W il “mordi e suggi”!

Derive moderne in salsa mistificatoria: alla prova dell’atto la donna sogna maratoneti!
Che ansia e che barba quando il sesso non basta farlo (bene) ma va pure fatto durare
Contro la sindrome “martello pneumatico”
-> Una sveltina salva la vita: W il “mordi e suggi”!


Controtendenza Moana: “Uomini e donne guardano o ascoltano narrazioni epiche di imprese sessuali di durata incredibile e pensano che sia quello che manca loro. Peccato che sia falso. E’ l’aspettativa che ti frega. Io ho fatto la pornostar, so cosa vuol dire essere sotto una macchina del sesso e, sinceramente, certe cose vanno bene solo nei film. Sai che scatole avere un’uomo per un’ora che va avanti e indietro su di te”

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Sesso, certo, ma cronometrato. Perché amoreggiare va bene, ma quando si passa all’atto si entra in una specie di competizione di durata, dove l’obiettivo è la prestazione da maratoneta, nemmeno si fosse Gebrselassie alle Olimpiadi. A stare ai racconti di uomini e donne dello spettacolo ci si sente in imbarazzo: ore e ore di sesso, notti intere addirittura, come nel caso dell’attrice Olivia Wilde che lodava le performance del suo ex compagno Jason Sudeikis. Esagerazione, forse, iperbole, può darsi, fatti loro senz’altro… Read the rest of this entry

Che bello leggere tutta notte (fino all’alba) Onnivori e cartivori, ogni giorno tre libri

Che bello leggere tutta notte (fino all’alba) Onnivori e cartivori, ogni giorno tre libri


2011849cover_800X50Riletture notturne.

«In Italia c’è un momento stregato in cui si passa

dalla categoria di Brillante Promessa

a quella di Solito Stronzo.

Soltanto a pochi fortunati l’età concede

poi di accedere alla dignità di Venerato Maestro»

(Alberto Arbasino feat. Edmondo Berselli, 2006)

Da genio schivo a mito invisibile ma vivido
Quando Lucio disse addio a foto e interviste

Da genio schivo a mito invisibile ma vivido
Quando Lucio disse addio a foto e interviste


Le due foto sono tratte dal libro "Battisti talk" (Coniglio editore, 2009), da noi acquistato proprio il 18 maggio dello stesso anno a Napoli

Le due foto di questo post sono tratte dal libro “Battisti talk” (Coniglio editore, 2009, da noi acquistato proprio il 18 maggio dello stesso anno a Napoli). Scattate il 18 maggio 1979 a Zurigo. Fieschi è il giovane intervistatore

Lucio Battisti (omonimo di Dalla e nato il giorno dopo, stesso anno: 1943) si esibisce l’ultima volta in Italia, per la radio, il 12 dicembre 1972 (registrazione poi mandata in onda il giorno di Natale).

L’ultima intervista in Italia la rilascia il 3 dicembre 1978 (per TV Sorrisi e Canzoni) e l’ultima in assoluto, il 18 maggio 1979, la rilascia a un’emittente Svizzera (Rete 1 della Radio Svizzera Italiana).

L’ultima sua foto autorizzata è datata 1979, mentre l’ultima foto ufficiale è quella contenuta in “E già” (1982, primo album senza Mogol): di spalle, di fronte a uno specchio, in una spiaggia deserta.

L’ultima volta che appare sulla copertina di un suo disco è in occasione dell’uscita di “Una donna per amico”, anno 1978, il suo album più venduto.

battistiL’ultimo album con Mogol, a rottura già avvenuta ma formalmente non ancora consumata, esce nel 1980. Battisti abbandona la scena, si può dire, al massimo della gloria. Da sempre o quasi detesta giornali e televisione. Ma la sua attività musicale continua: appartata, in silenzio.

Dal 1986, anno di uscita del primo dei cinque album “bianchi” con i testi di Panella, scompare anche nelle note dei dischi, che tra l’altro da lì in avanti usciranno senza alcun annuncio o promozione. Unica testimonianza del suo genio sempre in evoluzione (melodie e sonorità a parte, molto avanti e sperimentali per l’epoca) saranno i criptici disegni sulle copertine vuote: sempre più scarni, con pochi tratti.

L’ultimo album, “Hegel”, uscito il 29 settembre 1994 (stessa data del titolo della famosa canzone, da lui incisa nel 1969, 25 anni prima, e portata al successo nel 1967 dall’Equipe 84), ha in copertina solo una “E” maiuscola.

Il 9 settembre del 1998 lascia questa terra, a soli 55 anni. Oggi ne avrebbe 72.

“Certe notti” a Campovolo: il nuovo testo

“Certe notti” a Campovolo: il nuovo testo


Articolino amico uscito sul periodico "L'Occhio" nel maggio 2000

Articolino semiserio uscito sul periodico L’Occhio nel maggio 2000

“Certe notti la musica è alta
e dove si sente lo decide lei
certe notti la strada non conta
ma quello che conta è chiuderla ai più
certe notti la folla che passa il convento
sembra avere sbagliato autogrill
certe notti somigliano a un dazio
ma tanto c’è l’Avis e paga la Asl

Certe notti fai più di tre ore che sentano che non le canterai più
quelle notti fra gadget panini birrette selfini per un bel Dvd
certe notti c’hai anche del rusco che il gruppo di Iren poi raccoglierà
certe notti c’è il sindaco e parla d’arena, “è arenata ma poi si farà”

E si posson fare soldi, notti duty free… e chi non è un piddino rode
così così… Campovolo è il meglio, o non sarà Reggio mai
ci vediamo in Comune prima o poi…

Certe notti Maioli è padrone
di un posto che tanto usan solo i parà
certe notti hai fatto sold out e bussi
a chi sai che non può dir di no
c’è la notte che ti tiene fra le sue navette
un po’ taxi e un po’ sagra com’è
quei concerti per far del rumore
fin quando ne han voglia sul palco le band

E abbiam speso una fortuna, per ‘sto circo qui… che chi s’accontenta sbaglia
lo show è così… certe notti gli indotti, ve li regaliamo a voi
tanto l’album si vende, prima o poi…

Certe notti sei solo più allegro, più ingordo,
più Vasco o Baglioni che mai

quelle notti son manna per l’ego
che non voglio smettere, smettere mai…”

Cimitero delle vite da cani

Cimitero delle vite da cani


“D’Annunzio ha predisposto un cimitero per i cani che ha narcisisticamente battezzato con nomi che tutti iniziano come il suo: Dannissa, Danzetta, Dannaggio, Daggiero. ‘Sarà, nei giardini, il simbolo del Nulla’. E aveva abbozzato un’epigrafe nottivaga, nell’antiporta di uno dei suoi livres de chevet: ‘Ogni uomo nella culla succia e sbava il suo dito, ogni uomo seppellito è il cane del suo nulla’…”

(“Il vivere inimitabile”, Annamaria Andreoli, Oscar Saggi Mondadori, 2001, pag. 628). Le scarpe con ornamento fallico sono di D’Annunzio – da lui volute e disegnate. Beh, davvero calzanti…

SCARPE DIEM

SCARPE DIEM