PICCOLA RECENSIONE ARTISTICA
Ieri sera, al teatro De André, è andata in scena la convention di apertura della s-campagna-ta elettorale di Andrea Rossi, candidato Pd alle Regionali. Una sorta di Ted Conference: tante comparsate sul palco per arrivare a dire che l’Emilia Nostra è la migliore delle regioni possibili, che il comune ceramico schiacciato tra Sassuolo e Scandiano è il migliore dei comuni possibili (così come il sistema-Reggio è il migliore delle conquiste possibili) e che tutto questo bendidio va preservato e potenziato. Può anche essere. Massì, ci sta (bene, bravi, bis).
Pubblico plaudente e fedele, vagamente curioso. Sonnolenza post-prandiale nella norma e nemmeno poi tanti gli anziani prelevati dai bar e deportati in platea (suvvia, si scherza!), con l’aggiunta di giovani volenterosi legati polsi e caviglie agli stipiti delle porte con tecnica “shibari”, ma anche piccole chicche al di là del bene e del male e per fortuna al di là del troppo banale e del troppo votivo, qualche sincera e a tratti toccante testimonianza a braccio e, a mo’ di intervallo, la bella interpretazione di Graziano Romani (“Via Emilia”, voce-chitarra-armonica).
Al format tuttavia andrebbe dato più ritmo (e andrebbe conferita più brillantezza espressiva, per un maggiore interplay attori-pubblico, con più gag a spezzare le reni alla serata, affinché il tutto risulti sempre più spontaneo e amalgamato). La “corrida” dem può funzionare, l’idea in sé non è trascendentale ma è valida – nella nostra provincia poi è una quasi novità – dunque andrebbe migliorata e volendo e potendo pure consolidata, cadenzata il giusto e teatralizzata per davvero: limando il più possibile i pistolotti retorici e scongiurando i rischi dell’autoreferenzialità, quindi limitando le cadute di attenzione e aumentando i momenti artistico-musicali, visivi e recitativi. Le parole sono importanti, ma anche l’occhio (o l’orecchio) vuole la sua parte: svecchiate, svecchiate, qualcosa resterà.
La prova generale dal vivo di ieri, nonostante l’alto dosaggio di zucchero e la scarsa presenza di libido in circolo (cioè di “effetti a sorpresa” al di là dei pure apprezzati scatoloni tematici eretti a mo’ di tanti piccoli totem e al tempo stesso usati come sipari di palinsesto; dicevo e ripeto: più eretically correct e meno institutionalism o educational o politically correct – Renzi non insegna niente in tal senso?) è andata, la sfida è stata lanciata e il contest è partito.
E fatta la tara all’inevitabile atmosfera da santificazione ad personam o alla fisiologica ripetitività di alcuni passaggi o all’overdose programmatica di stampo amministrativo-politicienne (il 23 novembre si vota e si sa: à la guerre comme à la guerre), tutto sommato – beh, che dire – l’olimpiade rossiana allestita al De André non è stata malaccio. Piacevole e discretamente impattante pure il video finale, bozza estesa dello spot che girerà sui social e in tv (“Vi porto via con me”, aggiornamento del già utilizzato “Mi fido di te”).
Come si dice in questi casi, “buonina la prima”. Voto: 7=
