Monthly Archives: settembre 2014

Poesia semplice (inedito 2007)

Poesia semplice (inedito 2007)


festa donna due piccolaAversi qui, così diversi e piacersi, a fare discorsi sul come cercarsi,

setting-insighting (bending delle corde, banging-jumping di corpi).

Venirsi incontro, venirsi addosso, neverending blues,

lenirsi col tapping, venirsi al pettine facendo petting

 

Vedersi nuovi e godersi nudi, volersi perbene e potersi amare. Tacendo.

Agendo. Parlarsi poco e lasciarsi andare, tenersi stretti per farsi male…

Brescello e la parabola dell’adultera
Gesù e i farisei, la lapidazione proiettiva e la sospensione redentiva, anime belle e anime giuste. Ecco perché don Evandro difende il suo sindaco

Brescello e la parabola dell’adultera
Gesù e i farisei, la lapidazione proiettiva e la sospensione redentiva, anime belle e anime giuste. Ecco perché don Evandro difende il suo sindaco


“Quando si accendono i roghi, mettiti sempre dalla parte della strega, anche a rischio di salire sul rogo con lei” (Indro Montanelli, “Oggi”, 17 maggio 2000)

Portare la Croce. Don Evandro ha giustamente strigliato i farisei della politica e della stampa

Portare la Croce della comprensione e della misura. Don Evandro ha strigliato politici e stampa

“(…) Gesù è chino su se stesso… Non assume la posizione eretta del giudice, di colui dal cui giudizio dipende l’assoluzione o la condanna… Non sentenzia, non non giudica, non assolve. Mostra di intendere che l”emendazione della colpa può avvenire solo attraverso la vita liberata dalla Legge e non attraverso la morte sancita dalla Legge. Nessuno può farsi giudice dell’altro, nessuno ha il diritto di decretare la morte dell’altro…

Gesù non vuole prendere parte alla disputa, anche se vi viene trascinato da coloro che vogliono smascherarlo come falso profeta, come trasgressore della Legge di Mosè che sancisce in modo inequivocabile la pena capitale per coloro che si macchiano del peccato di adulterio. In questo modo Gesù si mette dalla parte della donna adultera. Le sta al fianco, non la lascia sola come invece fanno il marito e l’amante… L’obiezione di Gesù agli uomini del Tempio è la stessa che l’analista muove nei confronti dell’anima bella che pretende di giudicare la storia senza implicarsi, senza riconoscere di farne parte, di avere una sua responsabilità nel disordine che condanna risolutamente.

Gesù è il solo in questa scena, ci ricorda Francoise Dolto, che pensa davvero alla donna, piccolo animale braccato, paralizzata quegli uomini che l’hanno strappata dal letto dell’amante. Conosciamo le parole conclusive che rivolge agli scribi e ai farisei che invocano l’applicazione spietata della Legge del castigo senza contemplare alcuna possibilità di redenzione: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei!”. Il puro giudica l’impuro esteriorizzando su di lui la sua impurità rimossa o forclusa. E’ il fondamento di ogni integralismo: il puro esige la rivendicazione della sua integrità rifiutando ogni contaminazione con l’impurità dell’Altro, ma ciò che omette (rimuove o forclude) è che questa impurità è, in realtà, un nome del suo essere, un nome della terra pulsionale che lo costituisce.

Per questa ragione Gesù resta chino sulla terra. Si implica, lui stesso, in un movimento di introspezione singolare della Legge che decreta la sospensione del suo carattere sterilmente universale. L’applicazione spietata della Legge che il Super-Io esige (la Legge di Mosè) viene disattivata, sospesa. Gesù non brandisce la Legge come fosse un bastone, non giudica (“Io non giudico nessuno”, Gv 8,15), ma si interroga sul rapporto di ciascuno con la Legge del desiderio. La possibilità del perdono è tutta contenuta in questo movimento di sospensione… Chi sono io per negare all’Altro un’altra occasione? Mentre l’atto della lapidazione implica un movimento proiettivo – di esteriorizzazione del Male, di identificazione paranoica del colpevole nell’altro – quello a cui Gesù ci invita implica un movimento simbolico di ritorno su di sé per cogliere nella terra del nostro essere l’impurità pulsionale che ci concerne. Per questa ragione l’atto del perdono non contiene qui alcun giudizio di valore e non va confuso con il potere dell’assoluzione. “Io non ti condanno”, dice Gesù alla donna prima di lasciarla andare (…)”.

(“Non è più come prima”, Massimo Recalcati, Raffaello Cortina 2014, pagine 84-88)

Coffrini fa surf. Il sindaco sta pagando per aver difeso con troppa spontaneità e trasparenza il paese di Brescello

Coffrini fa surf. Il sindaco sta pagando per aver difeso Brescello con spontanea, ingenua trasparenza

20° Moana (27/4/1961-15/9/1994)

20° Moana (27/4/1961-15/9/1994)


moanamoana due
moana 44moana tre
Moana Pozzi, l’icona, è morta a soli 33 anni. Sono passati 20 anni e tutti aspettano il suo ultimo film, inedito. Nonostante fosse visibilmente provata dalla malattia. La pellicola “Moana… l’ultima volta” è stata trovata negli archivi del cinema bresciano l’Ideal grazie alla trasmissione Lucignolo. Si tratta di un docufilm che racconta, con immagini erotiche e alcune interviste, la sua vita. Da vedere!!!

Solipsudo

Solipsudo


“Tiro avanti aspettando il DOMAI” (Masini) o “costeggiando i LUNGOMAI” (Panella)

tetteMai rinviare a ieri ciò che non hai fatto domani:

“Guai a rinviare a oggi ciò che non faresti mai”

Mai dire poi, mai dire “fai”, mai dire “dai”, e si sa come mai.

Datti semmai il tempo di non arrivare né “a” né “al” né “ai”…

Stornello satirico, parodia salvifica

Stornello satirico, parodia salvifica


In forma di rap (schema 9+9+9)

cena-abbaiaStiamo coi Soffrini e con tutti i brescellini,
lunedì sera marcia della pace contro la pece
e il misto-fumus, l’antropofagia perbenista
della titolistica ad effetto, il cappio ritardato
di uno scandalo posticcio, bruto di bisticci:
andremo dai Soffrini e lanceremo ‘sanpietrini’
contro i vetri deformanti, amanti come siamo
della luce contundente, verità più illuminante
di tutte le manfrine da massmedio sedicente.

cena-abbaiaSfileremo coi Soffrini e sfideremo riti e miti
di un sistema di tabù che vorremmo superato
ed è ora che la gogna (dei colleghi puri-puri)
sia levata dalla piazza, coi twittini e coi ditini
sempre a credersi i migliori, dove il sindaco
sincero paga il conto del potere: quattro chili
in 4 giorni, col malore incorporato dell’onesto
cittadino, come Polli bersagliato da pletorica
fanfara di pretini da campagna imbellettorale.

cena-abbaiaCoi Soffrini, per la gente: già fraintesi con pretesti
per versioni da caciara, mezze tinte un tanto (tanfo)
al chilo, tra la spendita di tesi e la vendita di copie,
con gli ingenui fatti fessi, tutti insieme al dio corteo
pure io camminerò, e nella posa (prosa) del correo
parlerò di cose vere, nere, con la fiaccola di Kraus:
sarà giovane e provato, ma Macello è figlio nostro,
non il “mostro” impaginato dai bulli modi giornalai
(re nudi di giornata, sepolcrali biancori in pectore).

Quel bengodi di nodi che ‘svengono’ al pettine.

Impromptu 25/9

Impromptu 25/9


“Tutto è scritto”, leggo, ok: ma per niente non do niente, ecco.

Gente che m’invoca lungo il giorno che si avvera, ora e qui,
e questo mi avvalora: luce controluce, mente contro mente
mentre parte il contropiede, o parto gemellare perché resto.

Patto che si stringe quando il mondo ci va stretto…

fuoco