“Il bandito e il governatore”
Domenico d’Amorotto e Francesco Guicciardini nell’età delle guerre d’Italia
Carlo Baja Guarienti (Viella editore, 2014 – 22 euro)
-> Presentazione il 6 luglio (ore 21) al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia
(via Spallanzani, 1). Interverrà, in dialogo con l’autore, lo storico Andrea Gamberini
(Università degli Studi di Milano)
Nel 1494, con la discesa di Carlo VIII di Francia, il mosaico politico dell’Italia va in pezzi e la penisola, percorsa dagli eserciti delle maggiori potenze europee, sprofonda in un conflitto che durerà oltre sessant’anni.
Quella che per le popolazioni civili è una tragedia, tuttavia, per i professionisti delle armi è un’opportunità.
Domenico d’Amorotto, figlio di un oste della montagna reggiana, ha saputo costruire sulle macerie una carriera folgorante: il carismatico montanaro si è fatto uomo d’armi, leader ghibellino e talvolta fuorilegge tenendo testa a un avversario d’eccezione, il governatore Francesco Guicciardini.
La prima parte del saggio ricostruisce lo scontro fra le due figure, il bandito e il governatore: uno scontro di culture politiche inconciliabili che, indagato nelle sue pieghe nascoste, getta luce sui meccanismi del potere in una fase cruciale della storia italiana.
La seconda parte rivela un corto circuito fra la vicenda storica e la sua narrazione. La morte di Domenico ha dato ai narratori l’opportunità di rimaneggiare la realtà facendola aderire a un modello: come altri fuorilegge, Domenico ha lasciato il proprio corpo storico per intraprendere il viaggio verso la mitizzazione.
L’indagine su un individuo diventa così l’occasione per una riflessione sull’archetipo del bandito fra storia e letteratura.
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“Inciucio forever”
La costante del trasformismo nella politica italiana
Postfazione: conversazione con Achille Occhetto
Andrea Leccese (Armando editore, 2014 – 12 euro)
-> Presentazione il 6 luglio (ore 18) a Caltagirone, presso il Palazzo Reburdone (Scala S. Maria del Monte). Interverranno l’autore, esponenti Cgil e l’attrice Lucia Fossi.
La storia dei governi italiani finora esistiti è fatta di trasformismo, connubi, compromessi, “larghe intese” e via inciuciando. Sebbene non si possa sostenere che i governi di “larghe intese” abbiano prodotto soltanto danni, tuttavia è legittimo chiedersi se un sistema bloccato come il nostro, in cui non si sono mai create le condizioni per una vera alternanza, costituisca un’aporia della democratizzazione.