A metà del terzo pezzo (ballata) ho pianto

A metà del terzo pezzo (ballata) ho pianto


Ecco la tracklist dello splendido concerto di Keith Jarrett,
andato in scena domenica 21 luglio al Vittoriale (Gardone):

Un concerto al bacio

Un concerto al bacio

(Prima parte)
1. HOW DEEP IS THE OCEAN
2. WOODY’N’YOU
3. BALLAD OF THE SAD YOUNG MEN
4. IS IT REALLY THE SAME
5. LONELY OLD TOWN
6. THINGS AIN’T WHAT USED TO BE (Duke Ellington)

(Seconda parte)
7. ANSWER ME MY LOVE
8. IF I WERE A BELL
9. I’M A FOOL TO WANT YOU

(Bis)
10. WHEN I FALL IN LOVE
11. STRAIGHT NO CHASER (Thelonius Monk)

(dal sito: anfiteatrodelvittoriale.it)

16 Responses »

  1. Sì però io ho pinto leggendo la scaletta zeppa di refusi ed errori vari:

    questa è l’esatta scaletta dei brani suonati al Vittoriale:
    1. HOW DEEP IS THE OCEAN?
    2. Butch and Butch
    3. The BALLAD OF THE SAD YOUNG MEN
    4. IS IT REALLY THE SAME
    5. It’s A Lonesome Old Town
    6. THINGS AIN’T WHAT They USED TO BE (Mercer Ellington)

    (Seconda parte)
    7. ANSWER ME, MY LOVE
    8. IF I WERE A BELL
    9. I’M A FOOL TO WANT YOU

    (Bis)
    10. WHEN I FALL IN LOVE
    11. STRAIGHT NO CHASER (Thelonius Monk)

  2. E’ perfettamente inutile mettere lo spazio per i commenti se poi si censurano persino le correzioni. Invece di ringraziare si censura per non mettere in evidenza la propria incultura musicale.
    Vediamo di correggere la lista dei brani per cortesia che sono un’accozzaglia di refusi e di titoli di brani inesistenti, per favore.
    E Monk fa di nome Thelonious non Thelonius. Documentarsi un minimo prima di scrivere? No è?

  3. Tra parentesi il concerto è stato ordinario. Il secondo tempo da sbadigli. Creativamente i tre hanno ben poco da aggiungere rispetto a quanto già hanno prodotto di grande nel passato. Sono ormai vecchi, di salute traballante e sarebbe ora che il Trio si ritirasse dalle scene per non sfiorare la tenerezza se non il patetico e a quanto si mormora pare che la cosa possa avvenire presto.

  4. Caro Riccardo,
    la tracklist non l’ho compilata, né me la sono inventata.
    E’ quella pubblicata pari pari DOPO il concerto sul sito ufficiale del Vittoriale, che ha organizzato l’evento, e che io ho riportato senza curarmene troppo http://www.anfiteatrodelvittoriale.it/detnews.asp?n=103&num=132&t=Concerto+di+Keith+Jarrett%2C+la+scaletta

    Magari la band ha cambiato scaletta (prendendo per buoni i Suoi titoli, s’intende)…
    La ringrazio, ma si rivolga anche e innanzitutto a loro…

    Anche se, al di là dei toni drammatici, stando alle due scalette c’è in buona sostanza solo una canzone (su 11) che differisce…

    Personalmente, poi, mi appassionano di più i piano solo, ed è quelli che studio da anni e che riconosco a memoria…

  5. I refusi, poi, capitano a tutti.
    Anche a Lei, infallibile cesellatore: nella prima riga del suo primo commento (quinta parola) scrive “pinto” anziché pianto.

    E “Thelonius” lo ha scritto anche Lei così la prima volta (commento numero due), quello che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto sanare tutti gli “errori”…

  6. Il terzo Suo commento, che nei toni si commenta da sé (laddove pretende di fare il padrone in casa d’altri, dispensando altresì patenti di cultura musicale a persone che non ha mai avuto il piacere di conoscere), è smentito nel contenuto, cioè nei fatti.
    Se domenica 11 agosto uno non è sul computer (e quindi se non riesce a vedere in tempo reale i Suoi commenti, tra l’altro arrivati tre settimane dopo il concerto – quindi non proprio una questione urgentissima) non significa che quel tipo sia un censore, bensì che lo stesso tipo magari è fuori città… o che ha di meglio da fare.
    Oggi, lunedì 12 agosto, i suoi 4 interventi sono pubblicati e leggibili integralmente (sia quelli puntuali sia quelli meno puntuali)…

  7. Quarto punto: sono pienamente d’accordo con lei quando scrive che “i tre hanno ben poco da aggiungere rispetto a quanto già hanno prodotto di grande nel passato” (suonano insieme da 30 anni esatti)… ma a me la seconda parte è piaciuta, e credo sia piaciuta anche al pubblico, che non la smetteva di applaudire. De gustibus.
    Condivisibile, poi, anche la sua ultima considerazione: “Sono ormai vecchi, di salute traballante e sarebbe ora che il Trio si ritirasse dalle scene per non sfiorare la tenerezza se non il patetico e a quanto si mormora pare che la cosa possa avvenire presto”.
    Io comunque tocco ferro… Jarrett, in fondo, ha solo 68 anni, e quando a un certo punto, al Vittoriale, ha “svisato” à la Keith (con arabeschi cui ci ha abituati in piano solo) su quella trama melodica più o meno ostinata di cui Lei sicuramente saprà il titolo, confesso di essermi emozionato e soprattutto risvegliato…
    Grazie ancora per lo scambio e per le precisazioni, di cui farò tesoro.

  8. il problema è che non comparivano i miei commenti ecco il motivo del misunderstanding di cui mi sono reso conto dopo e mi scuso, ma solo per questo.
    Quanto alla scaletta del Vittoriale, mi pare che facciano sfoggio solo di ignoranza propria di cui non bisogna mnimamemnte fidarsi e se lei ha sentito il concerto con le sue orecchie deve pubblicare quello che ha sentito DOPO aver fatto una verifica che è sempre dovuta prima di pubblicare qualsiasi cosa. Se Lei si fida di una fonte così approssimativa è un problema suo, non mio o dei lettori.
    Quanto ai brani errati nei titoli sono ben TRE (brano 2, 5 e 6), mi spiace, come errati sono anche gli autori dei brani (Mercer è il figlio di Duke Ellington ed è l’autore dichiarato del brano, almeno dichiarato nei diritti d’autore, anche se si sospetta fortemente che sia comunque un brano di Duke passato al figlio per la riscossione deii diritti In ogni caso Mercer prese in mano l’orchestra dopo la morte del padre, quindi non è impossibile che il brano possa anche essere suo).
    Confondere poi un problema di battitura sulla propria tastiera difettosa nei commenti per un refuso, direi che è un tentativo patetico quanto pretestuoso per non ammettere i propri limiti cognitivi in materia che sono evidenti. Se uno pubblica deve accettare e anche cogliere l’opportunità di ricevere commenti, osservazioni o critiche, altrimenti deve tenersi le proprie cose in privato. Troppa gente oggi scrive in rete di jazz senza saperne esattamente un’accidenti, procurando solo mistificazione e disinformazione, oltre a quella che gà si fa in cartaceo relativamente alla maeria. Cosicché si arriva a pensare che Allevi o Einaudi facciano del jazz o roba simile. Francamente non se ne può più.
    Non se la prenda.
    Cordialità.

    • Il problema è del Vittoriale, come ho già detto: certo, avrei potuto o dovuto indagare al microscopio ogni singolo titolo (sono pure giornalista! – non propriamente musicale, però), ma questa è un’altra storia e per fortuna è arrivato lei.
      La mia non è una recensione: ho solo riportato pari pari un elenco dal sito ufficiale dell’evento, elenco compilato e postato addirittura dopo il concerto.
      Non ho mai detto di essere un esperto di titoli di brani jazz, dunque l’unica evidenza è la sua insistenza ferragostana.
      Stando al nostro scambio, i brani errati nel contenuto, secondo la sua stessa opera di correzione, non sono tre, bensì uno solo (gli altri due mi pare siano giusti, cioè i brani sono proprio quelli, sebbene i refusi nei titoli come da trascrizione del Vittoriale – di cui comunque non sono l’avvocato d’ufficio).
      Dunque mi difenderei in modo “patetico”, “pretestuoso”, dal basso dei miei “limiti cognitivi”. Generosità dei giudizi a parte, avere “limiti cognitivi” significa avere problemi d’ordine financo neuronale nell’apprendimento del mondo: peculiarità che, le assicuro, non mi appartengono ancora; ma vedrò di attrezzarmi per il futuro al fine di compiacere la sua ponderata diagnosi (domanda: fregarsene altamente di un paio di titoli della storia del jazz riportati in maniera magari imprecisa – non errata – su un sito di un’istituzione culturale nazionale e copiati senza entrare nel merito su questo blog significa essere dei “ritardati” mentali? boh, chiedo…).
      Ho, invece, accettato “commenti, osservazioni e critiche” (altrimenti non saremmo qui a discuterne), e di ciò l’ho pure sinceramente ringraziata, in quanto attento cultore della materia – così sembra – e in almeno in questo caso attento lettore del blog, che per definizione è sì un “diario privato” (non un sito d’informazione, che deve rispondere ad altri canoni, diciamo così più pubblici).
      Su Allevi e Einaudi ha ragione: non fanno jazz, così come non lo fa Jarrett quando suona da solo.
      Non me la prendo… amo le passioni forti e dunque tifo per lei e la sua pazienza certosina ;-)

  9. Jarrett come musicista avrebbe ancora da dire, ma il trio complessivamente è ormai spento da tempo. Peacock è vecchio e malato e De Johnette non sembra molto motivato. Nel jazz la cratività è tutto e ormai quella si è spenta da un pezzo. Nel jazz la cosa non è una novità e ha rigiardato quasi tutti i grandi artisti che sono arrivati a cere età, ma 30 anni sono troppi per mantenere una formazione creativa. Jarrett si è rinchiuso in una forma di classicità che sta diventato deleteria e in una forma di solipsismo che forse gli impedisce di gettarsi in progetti musicalmente nuovi. Quanto ai concerti in piano solo, parecchi sono ormai dei buchi nell’acqua. Probabilmente il migliore dei più recenti registrati è Testament, Rio è decisamente sopravvalutato e un successo dovuto alla abilità nel marketing della ECM, ma queste sono solo mie opinioni.

  10. una domanda? Com’è che quando mi connetto non vedo i miei commenti aggiuntivi? La stessa cosa è capitata sul precedente malinteso. Saluti e Grazie.

  11. Solo tre cose:
    1) Ieri non sono intervenuto in tempo reale perché era il mio compleanno (17 agosto)
    2) Cambi la tastiera “difettosa” del suo computer
    3) Spero che Jarrett si esibisca presto in un piano solo in Italia (andai a sentirlo a Napoli nel maggio 2009), così che potremo conoscerci lì e prenderci un caffé insieme

    Un caro saluto e grazie ancora per lo scambio, tutto sommato piacevole e costruttivo. ;-)

  12. ((P.S. Sul trio rispetto e in parte condivido le sue osservazioni. Ma ce ne fossero!
    Jarrett al piano solo, invece, ha prodotto cose sublimi, almeno dal 1971 in poi: il suo “solipsismo deleterio” (deleterio per la sua salute, forse, non certo per l’arte che ne scaturisce, vere pietre miliari) ha prodotto concerti immortali e masterpieces che vanno al di là della musica.
    Ovviamente ho sia “Testament” (triplo) sia “Rio”, l’ultimo (2011)
    Testament contiene perle da brivido e brani più difficili, d’impronta contemporanea per tecnica, a tratti manieristici per via dell’eccessivo virtuosismo.
    E poi il doppio alla Carnegie Hall e prima ancora il doppio Radiance: grandi cose, inarrivabili.
    Rio infine è a mio avviso irresistibile: un Jarrett in grande forma, in generale meno cupo e più “carioca”. Un altro capolavoro. E non lo dico solo perché sono di parte…))

  13. abbia pazienza, e scusi per la pignoleria, e certamente lei non avrà limiti cognitivi, ma più probabilmente di lettura..
    Ribadisco che i titoli dei brani errati sono ben più di uno a meno che per lei “Lonely old Town” sia lo stesso di “It’s a lonesome old town. Su How deep is the ocean ci va messo il punto di domanda, che non è un optional o un accademico esercizio letterario, ma indica appunto nel titolo una domanda e non una affermazione. Indicare autori di brani errati, poi, vuol dire fare confusione anche in quelli e se tutto è lo stesso, tutto fa brodo e c’è chi confonde il cotchino con la cotica, o un quadro originale con una stampa è un problema suo non mio e certo può con la stessa approssimaione pensare che Mozart e Orietta Berti facciano entrambi parte della Musica. Che vuoi che ti dica? Che è tutto lo stesso? No, non è lo stesso, mi spiace. Come c’è chi quando sente Rava o Fresu pensa di sentire Miles Davis: è un roblema solo suo, ripeto.

    Quanto al suo giudizio sui piano solo recenti di Jarrett, rispetto la sua opinone, ma non la condivido. Testament si innalza parecchio di livello musicale e di profondità rispetto sia al Carnegie Hall precedente che a Rio che a mio avviso è sopravvalutato e a tratti pure deludente. molto orecchiabile sì. ma con un melodismo un po’ ammiccante e che ha goduto più che altro di un”abile operzione di marketing da parte di ECM. che l’ha resentato come un capolavoro prima ancora di pubblicarlo.
    In generale nessuna di queste opere comunque è paragonabile ai primi piano solo degli anni ’70 e in generle i piano solo antecedenti alla sua malattia, ma come ripeto è solo questione di divergenza di opinioni. Un saluto

  14. Condivido tutta la prima parte dell’ultimo commento, compreso il finale su Rava e Fresu.

    Credo anch’io che Testament sia superiore alla Carnegie e che Rio sia a tratti ammiccante (specie l’ultima parte), ma per noi romantici è bello così :-)

    Personalmente, e le vengo nuovamente incontro, stravedo per i Sun Bear Concerts (1976): esperienze mistiche, di non immediata decifrazione, forse d’un altro pianeta… E aggiungo che della famosa trilogia seguente, al Vienna concert (91), ottimo ma molto cupo (ma di cui Jarrett va fiero), io preferisco il Paris (88) e La Scala (95).

    Grazie! Un caro saluto

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