Monthly Archives: gennaio 2013

SOBRIETA’ “Abbiamo pagato l’Imu
a Monti per salvare la banca del Pd”


Le seghe non conoscono crisi
Youporn dà i numeri: ecco le nazioni e le città in cui ci si smanetta di più (Milano da record) Sara Tommasi slurp

SOBRIETA’ “Abbiamo pagato l’Imu
a Monti per salvare la banca del Pd”


Le seghe non conoscono crisi
Youporn dà i numeri: ecco le nazioni e le città in cui ci si smanetta di più (Milano da record) Sara Tommasi slurp


Tendenza "Segovia": davvero si diventa miopi?

Tendenza “Segovia”: davvero si diventa miopi? (A proposito: è appena uscito un libro dedicato al più grande chitarrista classico spagnolo: si chiama “Andrés Segovia. L’uomo, l’artista” (Curcio edizioni)

Il porno è un investimento sicuro, anche più del mattone. A dimostrare che il settore non conosce crisi, perlomeno sul Web, ecco i numeri ufficiali del re dei siti hard: Youporn.

Nel 2012 il sito ha ricevuto più di 4,85 miliardi di visite. In media, ogni visita dura 10 minuti e 22 secondi, durante i quale l’utente visita circa otto pagine. Ma quali sono i paesi che bazzicano maggiormente il sito porno più famoso del Web? Al primo posto si piazzano gli Usa con più di un miliardo di visite all’anno, seguiti da Germania (575.514.420) e Francia (400.127.101). E l’ Italia? Si posiziona appena dopo la Top 3, al quarto posto della classifica mondiale. Insomma, sfiora il podio. Ma a sorpresa il belpaese guadagna le prime due postazioni nella classifica delle città che hanno totalizzato più visite su YouPorn nel 2012. Milano è la prima in assoluto, seguita a ruota da Roma Parigi.

segheAnche le città americane danno il loro bravo contributo ad accrescere le visualizzazioni del sito. La città Usa con il numero di utenti più attivi è New York (73.597.084 visite), la seconda Los Angeles (53.162.382). YouPorn ha anche rese note le celebrities più ricercate nei suoi motori di ricerca. Fra le prime sei c’è anche un’italiana, Sara Tommasi, mentre continuano a tenere le sempre verdi Paris Hilton e Pamela Anderson, ancora cliccatissime. A sorpresa, nella classifica dei più ricercati compare anche un uomo. Si tratta di Hulk Hogan, il wrestler più famoso del globo.

Tutti i dati sono stati forniti da YouPorn stesso sulla base delle visite ricevute nel 2012. Insomma, mentre miliardi di utenti ” studiano” i contenuti del sito, anche il sito studia gli utenti. Mentre stai guardando YouPorn, anche YouPorn is watching you. (Cadoinpiedi)

L’apertura del giornale di Belpietro, ieri. In alto, invece, nel titolo, l’apertura del “Giornale”, l’altro ieri

L’apertura del giornale di Belpietro, ieri. In alto, invece, nel titolo, l’apertura del “Giornale”, l’altro ieri

Coronarie (perché proteggerle è un dovere)

Coronarie (perché proteggerle è un dovere)


piano minimal

M’affascina, a mo’ di case study, il mito dell’eroe maledetto braccato, sbroccato, sfuggente e fuggitivo. Imprese coronanti che sono balsamo per le coronarie.

Poiché per questioni d’estetismo anarchico simpatizzo (da spettatore esigente ostile al pre-giudizio della gggente che scambia o sacrifica morale e stile) per la trasparenza guascona del perseguito e per certi aspetti perseguitato ragazzo (perseguitato in primis dall’idea apodittica e apocalittica di se stesso – idea in se stessa) che pur avendo tutto ha saputo avvicinarsi al niente.

Un grande romanzo di formazione (e deformazione), l’uno contro tutti in quel frullato di realtà-slealtà che è la vita, tra ascese e cadute, ridiscese ardite e ricadute massime (sperando che, fedeli come siamo ai finali di partita edificanti, ciò porti a rinascite interiori e rilanci ulteriori).

Forza-Fabrizio-Fabrizio-tieni-duro, che qui non si tifa Hobbes ma Rousseau: a te che sei capace di farci un po’ sognare e un po’ pensare, irreality sciò delle nostre fughe da fermi, di questi nostri cervelli transfughi svenduti o rivenduti al “vado, l’ammasso e torno” – in ore pigre di giorni agri devoluti in beneficenza o destinati alla deficienza, ore di sere risolte (dissolte) in poche o finte gite d’evasioni più pie che piene.

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NEW SOCIAL GAME
Tutti pazzi per il fenomeno “Ruzzle”
(come rimorchiare usando le parole)

NEW SOCIAL GAME
Tutti pazzi per il fenomeno “Ruzzle”
(come rimorchiare usando le parole)


ruzzleDa qualche settimana sui giornali e nelle chiacchiere alla macchinetta del caffè risuonano, come tante piccole madeleine, nomi e parole di un recente passato: Lea Pericoli, Paroliamo, Scarabeo, Marco Dané, il “Paroliere” e altri nomi di giochi contenuti nella “Settimana enigmistica”. Servono a spiegare, a chi non è stato ancora contaminato, le semplici regole di “Ruzzle”, il gioco più virale del momento.
“Ruzzle” è un’applicazione per smartphone e tablet. E’ un divertente rompicapo, il cui obiettivo consiste nel comporre il maggior numero di parole possibili collegando con il dito le sedici lettere nella scacchiera che compare sullo schermo touch, entro un tempo massimo di due minuti su tre turni. Un gioco talmente semplice e coinvolgente da diffondersi a macchia d’olio in tutto il mondo: 18 milioni di persone hanno scaricato l’applicazione in oltre cento paesi, e l’Italia è uno di quelli con la maggiore penetrazione.
C’è chi per spiegare questo clamoroso fenomeno ha evocato una rinnovata scoperta e passione per le parole, per l’italiano scritto, perché in fondo siamo sempre stati un “popolo di enigmisti”. Ecco, non credete a loro. O meglio, non è questo in realtà il motivo scatenante del successo, bensì la costruzione narrativa e sociale del gioco… Read the rest of this entry

“Macché antipolitica: è iperpolitica”

“Macché antipolitica: è iperpolitica”


Guido al Paprika, break con cena

Guido al Paprika, break con cena a tarda ora

Piaccia o meno, è destinata ad essere una protagonista — se non la dominatrice assoluta — dell’imminente campagna elettorale, come già lo è stata nel recente scorcio della vita nazionale. Detestata o invocata, criticata o esaltata, per riconoscimento unanime l’antipolitica è il nuovo soggetto che sta rubando la scena alle altre maschere della rappresentazione che celebra il suo rito supremo con le elezioni. Ma alla indiscussa centralità del fenomeno non corrisponde affatto una comprensione adeguata di quale ne sia la vera «natura», né di ciò che di essa è a fondamento, dal punto di vista storico e concettuale. L’equivoco principale scaturisce da quella preposizione, «anti», che suggerisce un’idea totalmente fuorviante, tale per cui essa tenderebbe a negare frontalmente la politica. Mentre un’analisi meno superficiale può far emergere un dato sorprendente, e cioè che ciò con cui abbiamo a che fare non è la negazione, ma al contrario una variante iperpolitica della politica… Read the rest of this entry

Elogio della (sala) conservazione nella fu civiltà della conversazione (cfr. B. Craveri, Adelphi): dopo i lunedì del Mulino (Bianco) e i mercoledì da leoni con Le parole della politica adulta, il Comune vara i venerdì della Pugna. Previste folle oceaniche, allertato il soccorso alpino, i City Angels, l’Anci, l’Enci, l’Arci, l’Anpi, l’Acli e l’Ater
La leggendaria nuvola di Fantozzi (a proposito, il 30 dicembre ha compiuto 80 anni: auguri!) esiste eccome e scatena un’intempestiva tempesta di palpabilissimo imbarazzo sui candidi suoli e limpidi gangli del solito e solido potere politico-culturale reggiano. Di più: ieri in biblio è partita in pompa lagna la rassegna Piagnist… pardon: Planisfero, otto incontri ad alto tasso elitista (ripeto: elitista, non etilista) sponsorizzata – tra gli altri – dai colossi locali Iren e Coopsette, due aziende-molossi che nelle ultimissime ore… vabbè, dai, lo sapete già (oh, se non è sfiga questa…)

Reportage esclusivo! Il clan-club-claque dei marsiliesi cooperanti e cooperatori (anche detto “pool degli ottimati”) riunito ieri in seduta pubblica presso l’esclusivo Circolo Panizzi in occasione della presentazione postuma (il volume è uscito nel giugno scorso) del saggio a quattro mani del Professore Max-imo. Seduti in tribuna numerata anche Ildo C. (in versione poeta prolifico) e Giordy G. (capo-settore “conservatore”… di libri). In platea gli er mejo fichi del bigoncio, intellettuali e internettuali di varia estrazione e astrazione, ragazze adoranti attratte da pile d’incunaboli odoranti d’antico e comparse d’ogni rango e censo (mancava solo un po’ umanità aviaria, cioè eminentemente politica, unitamente a un briciolo d’amenità un po’ più varia, ma tant’è). Sul podio d’alloro anche l’assessore Giovanni C. (nella duplice e mal conciliata veste di leguleio berlinese e filosofo amante dei cine-Panattoni), il fine dicitore Cuperlo (da cui la celebre “rivoluzione cuperlicana” de sinistra) e l’ex parlamentare Bernardi. Assente giustificato il manager bibliomane e marito eccellente Mauri B. (presidente del pensatoio dedicato a Banfi – no, non è Nonno Libero, ma un omonimo). In platea, infine, acronimi a tre e a due cifre, ovvero SDA, ADN, CBG, NM, PF, RR, AL e altri studiosi titolati (a mo’ di titoli di coda…)

Elogio della (sala) conservazione nella fu civiltà della conversazione (cfr. B. Craveri, Adelphi): dopo i lunedì del Mulino (Bianco) e i mercoledì da leoni con Le parole della politica adulta, il Comune vara i venerdì della Pugna. Previste folle oceaniche, allertato il soccorso alpino, i City Angels, l’Anci, l’Enci, l’Arci, l’Anpi, l’Acli e l’Ater
La leggendaria nuvola di Fantozzi (a proposito, il 30 dicembre ha compiuto 80 anni: auguri!) esiste eccome e scatena un’intempestiva tempesta di palpabilissimo imbarazzo sui candidi suoli e limpidi gangli del solito e solido potere politico-culturale reggiano. Di più: ieri in biblio è partita in pompa lagna la rassegna Piagnist… pardon: Planisfero, otto incontri ad alto tasso elitista (ripeto: elitista, non etilista) sponsorizzata – tra gli altri – dai colossi locali Iren e Coopsette, due aziende-molossi che nelle ultimissime ore… vabbè, dai, lo sapete già (oh, se non è sfiga questa…)

Reportage esclusivo! Il clan-club-claque dei marsiliesi cooperanti e cooperatori (anche detto “pool degli ottimati”) riunito ieri in seduta pubblica presso l’esclusivo Circolo Panizzi in occasione della presentazione postuma (il volume è uscito nel giugno scorso) del saggio a quattro mani del Professore Max-imo. Seduti in tribuna numerata anche Ildo C. (in versione poeta prolifico) e Giordy G. (capo-settore “conservatore”… di libri). In platea gli er mejo fichi del bigoncio, intellettuali e internettuali di varia estrazione e astrazione, ragazze adoranti attratte da pile d’incunaboli odoranti d’antico e comparse d’ogni rango e censo (mancava solo un po’ umanità aviaria, cioè eminentemente politica, unitamente a un briciolo d’amenità un po’ più varia, ma tant’è). Sul podio d’alloro anche l’assessore Giovanni C. (nella duplice e mal conciliata veste di leguleio berlinese e filosofo amante dei cine-Panattoni), il fine dicitore Cuperlo (da cui la celebre “rivoluzione cuperlicana” de sinistra) e l’ex parlamentare Bernardi. Assente giustificato il manager bibliomane e marito eccellente Mauri B. (presidente del pensatoio dedicato a Banfi – no, non è Nonno Libero, ma un omonimo). In platea, infine, acronimi a tre e a due cifre, ovvero SDA, ADN, CBG, NM, PF, RR, AL e altri studiosi titolati (a mo’ di titoli di coda…)


(Satira politico-culturale)

pannello

marsiliesi

elogio

gaspa

ildo

gazzini

sda

mara

robbi

quartetto

libri biblio

Una singola morte è tragedia, e tu giustamente diventi un assassino
Un milione di morti invece è solo statistica, e tu diventi ingiustamente un acclamato statista Funerali P.G.

Una singola morte è tragedia, e tu giustamente diventi un assassino
Un milione di morti invece è solo statistica, e tu diventi ingiustamente un acclamato statista Funerali P.G.


“Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta” Ernesto Che Guevara

anima

La rivoluzione, dicono, non è un pranzo di gala o una cena con hamburger e ketchup da McDonald’s. Si sa, è vero, va così.

La storia è spietata: è spiegata ai posteri dai vincitori, sempre; piegata a uso e abuso e piacimento, spesso.

A parità o gravità di pensieri e azioni, senza entrare nel merito e fermandoci al metodo, i rivoluzionari che ce la fanno diventano prima per la cronaca e poi per la storia eroi nazionali o capi di governo (eccezionali statisti – almeno fino a quando non verranno deposti).

Quelli che non ce la fanno, invece, per fortuna o purtroppo, per la stessa cronaca e la stessa storia diventano nemici pubblici o terroristi (banali stragisti – almeno fino a quando qualcuno tra questi non ribalterà il pronostico).

La storia, insomma, è un abito sartoriale, un alibi su misura: chi vince sbanca, chi perde paga.

E’ uno scontro numerico: una guerra con vincolo di risultato.