Chi c’è c’è, chi s’è visto s’è visto: chi non c’è è andato, chi c’è è perché è tornato.
Ai soliti arrivisti rivisti oggi, qui, ho reso il dono dell’abbandono a spanne: troppi auguri e nessun vero guru intorno, tanti “buone feste” e nessuna grande testa in giro, a circondarmi di abbracci mentali, di stimoli spirituali, di cazzeggi creativi.
Non ci sono natività nuove per quel povero cristo che sono in questo Santo Stefano da multisala cinematografica.
Erode ha i suoi mille eredi mentre il tempo meravigliosamente m’erode energie amiche e slanci antichi, l’eroso eros dell’eroe che non ero ma che in cuor mio fui comunque senza esserlo mai per sempre.
Colpa (o merito) del virus intestinale che ha aggredito questo mio destino pigro e che costringe il sotto-poscritto a essere il quarto Re Mogio. Chi mi cerca si cerca.