Monthly Archives: dicembre 2012
Da ascoltare in silenzio, al buio, in solitaria
Made in Reggio Emilia: presentato il calendario di Max, portfolio dei suoi migliori ritratti in giro per il mondo!
Prove tecniche d’elaborazione scenica
-> Libreria Incontri, Sassuolo, Natale 2012: Zar. con sagoma cartonata di cuoca-autrice
Essere lontani, distanti, distinti. Eremiti d’antiche mete, erratici d’altura, miti in piedi, eretici a dismisura. Meno mondani, più montani. Riscoprire la vertigine dell’origine, tra l’incudine del fermarsi e il martello dell’affrancarsi: in ogni caso tradirsi, ferirsi di verginità ritrovata. Aspettarsi al varco prima di ritrovarsi al parco. Sparire invece di sperare: sarà la neve, già sciolta di suo, a sciogliere ogni riserva altra. Nel cumulo delle ore morte, come foglie d’acanto. Nel tumultuoso tumulo di livide voglie timide ma vivide. Nolontà e rappresentazione. Chi va, chi resta: colpi di cannone a lutto esplosi contro tutto ciò che gira a vuoto o a vanto. Versi di cane a canone inverso…
Beh, la copertina non è mica male…
Chi c’è c’è, chi s’è visto s’è visto: chi non c’è è andato, chi c’è è perché è tornato.
Ai soliti arrivisti rivisti oggi, qui, ho reso il dono dell’abbandono a spanne: troppi auguri e nessun vero guru intorno, tanti “buone feste” e nessuna grande testa in giro, a circondarmi di abbracci mentali, di stimoli spirituali, di cazzeggi creativi.
Non ci sono natività nuove per quel povero cristo che sono in questo Santo Stefano da multisala cinematografica.
Erode ha i suoi mille eredi mentre il tempo meravigliosamente m’erode energie amiche e slanci antichi, l’eroso eros dell’eroe che non ero ma che in cuor mio fui comunque senza esserlo mai per sempre.
Colpa (o merito) del virus intestinale che ha aggredito questo mio destino pigro e che costringe il sotto-poscritto a essere il quarto Re Mogio. Chi mi cerca si cerca.
Natale con i toy (boy), Pasqua con chi vuoi
Il Natale pagano è cosa spuria, roba da spurgo. Il Natale è puro e duro esorcismo, nuda e cruda simonia morale: proiezione di sensi di colpa senza colpa certa, compensazione di compassioni latenti e mal poste, espiazione parentale (o ATF: Accanimento Terapeutico Famigliare) sotto forma di suicidio estetico-mangereccio. Palliativo omeopatico, teatro dell’assurdo, pace dei sensi primi e dei destini ultimi: antropofagia genitoriale, istinto di morte a credito. Il Natale è storia traumatica, scoria introspettiva: brodo primordiale trasformato in brodo di gallina da servire caldo in tavola (è dunque viscere e sangue, sacrificio animale e meretricio umano sull’altare di un mai quieto sopravvivere). Il Natale è inazione. Il Natale è delazione e defezione, sempre. E taumaturgica deiezione: piccole crisi di nervi, salutari e salvifiche, per vite di scarto di cui non si butta niente…
LITANIA PORTAGIREVOLARE
Che spettacolo quei politici in carriera o anche solo ambiziosi nati o yes man d’occasione
e per questo goldenboy o vecchie volpi inclini al portagirevolismo estremo
che prima usano il trampolino partitico e cioè privato per arrivare per volgarissima cooptazione settaria a fare chennesò i sindaci di tutti ben retribuiti e senza passare dal via di un confronto alla pari
e che poi una volta annoiatisi e/o in scadenza smaniano per dimettersi così da poter salire nottetempo sul carro vincente nazionale
sfruttando il trampolino pubblico di una forzosa candidatura in deroga dentro o fuori quel listino privé castale chiamato Porcellum
e comunque abusando d’una visibilità amministrativo-istituzionale imperniata sul massiccio marketing personale ossia sul bombardamento mediatico grazie al quale o grazie al cazzo una volta incistatisi vengon resi digeribili o inevitabili al popolo distratto o dormiente
così che quasi sempre detti soggetti a vocazione leaderistico-remunerativa te li ritrovi a correre in proprio per una scalata sociale traducibile nei termini di un umano e non proprio benecomunista abbandono del grigiore comunal-provinciale
nella speranza ben risposta e tutta loro d’incassare anzitempo il premio di militanza che l’oligarchia centrale deve ai cacicchi periferici sotto forma di nomina a un seggio sicuro a stipendio fisso con benefit in Parlamento…
Primi effetti delle parlamentarie a Reggio
Lettura (lectio) controcorrente: Ferrara
“Oso scrivere queste cose perché
mi inoltro nella vecchiaia e dell’approvazione sociale non so che farne”. Un po’ di cinismo natalizio, pensieri unpolitically correct tanto criticabili quanto minoritari. Troppo facile parlar bene del bene, dice. “Dovremmo invece pregare per il bene di avere dei nemici che ci rendano degni di noi stessi”. Saggezza meditativa, ironico disincanto e liberal imagination
Mi sono sempre domandato perché mai a noi del Foglio e a me personalmente risulti tanto difficile parlare bene del bene, esercitare la commozione come forma comune, sistematica, di commento a quel che accade; è un po’ il nostro stile, o anche il nostro vizio, in virtù del quale abbiamo pochi amici e parecchi detrattori, questo rifiuto pudico di prendere la via di una convenzionale devozione verso ciò che tutti ammiriamo istintivamente, come la probità di vita, specie nelle responsabilità pubbliche o sociali, la autenticità dei sentimenti e del discorso nella bocca dei facitori di opinione diffusa, la solidarietà, la pace, il romanticismo dei diritti eguali per situazioni e identità diverse, l’autodeterminazione libera dell’esistenza umana nel rispetto della fede come fatto privato… Read the rest of this entry
Lezioni di gattamortismo francese (e di lingerie) per le inglesi che confondono
il flirt con una sveltina. Elzeviro fogliaceo
L’idea era quella di aiutare le donne anglosassoni a integrarsi in Francia, insegnare loro a fare amicizia con le altre madri davanti la scuola, senza strattonare troppe mani per mostrare entusiasmo durante le presentazioni, senza ubriacarsi alle quattro del pomeriggio per sembrare disinvolte. Un sito di consigli e lezioni a pagamento, “comme une française”, creato da una ragazza con le labbra rosse e un inglese molto arrotato, Géraldine Lepère: avendo vissuto due anni in Inghilterra ha pensato di monetizzare lo smarrimento che la vita francese provocherà in una sana ragazza inglese, abituata a chiamare anche i colleghi “love”, e a prendere qualunque complimento come un invito inequivocabile ad andare a letto insieme… Read the rest of this entry