Monthly Archives: ottobre 2012
Copertina dell’Espresso in edicola: “30mila poltronissime. Sono gli amministratori delle partecipate, migliaia di società volute da sindaci e governatori. Tra ricchi stipendi, sprechi, parentopoli, auto blu. Mentre il servizio ai cittadini peggiora”.
E ancora, dentro: “Stipendi da manager, posti a parenti e amici: ecco l’esercito che guida le partecipate, migliaia di società con i conti in rosso”. “C’è chi incassa 140mila euro, chi somma stipendio e vitalizio, chi affitta la casa a prezzi di favore”. Prosit!
Poltronissime nelle partecipate dei Comuni
Scandiano, il cardio-presidente del consiglio comunale Ferri (Pd) fa un doveroso distinguo circa la mozione anti-riciclo discussa in aula lunedì a Reggio e bocciata da tutti (tranne
che da due giapponesi dispersi nella disboscata giungla del purismo anti-casta): “Queste società o enti di secondo grado – o di terzo degrado, ndr – non diventino il cimitero degli elefanti per i pensionati-parcheggiati della politica” (un Père-Lachaise?)
Il politico si smarca (coraggiosamente, via FB) dalle tesi
un po’ giuste e un po’ acritiche – cioè difensiviste
a oltranza – dei suoi pur saggi colleghi di partito reggiani
Ferri, cardiologo al Santa Maria: “Mi sembra doveroso (non poter essere i controllori e al tempo stesso i controllati – ndr). Da noi a Scandiano è scritto ad esempio nello Statuto che i membri del consiglio comunale non possono assumere incarichi e nemmeno consulenze in enti o società partecipate o sottoposte a vigilanza da parte del comune”.
E ancora: “Certo. L’essere stato un bravo amministratore deve rappresentare un valore aggiunto, unito a necessarie capacità e professionalità inerenti, nel valutare un curriculum nel momento in cui si nomina un dirigente o un consulente di una partecipata/controllata di un comune/provincia/regione. La cosa importante è non utilizzare queste società o enti come “cimiteri degli elefanti” per pensionati della politica o, peggio ancora, per trombati della politica. E di cimiteri e di elefanti ne abbiamo esempi, ahimè, anche in casa nostra. E non pochi”.
ELOGIO DEL SILENZIO ATTIVO
L’unica forma di silenzio che ci resta è infilarci le cuffie dell’iPod. Ma non è silenzio, è isolamento, una sottile forma di autismo sociale. Prima o poi, però, bisogna fare i conti con il silenzio; finora ci ha rubato troppo tempo il rumore. Ricordo che una decina di anni fa il «New York Times» aveva sigillato in un disco di nichel i suoni più rappresentativi del ventesimo secolo in modo tale che, nel 3000, i nostri discendenti potessero riascoltare la colonna sonora del chiassoso Novecento… Read the rest of this entry
SATIRA POPULISTA MA DOVEROSA…
Meritocrazia? Si rischia la “maritocrazia”!
-> PICCOLE CASTE CRESCONO
E’ tempo di scelte nette, di campo
LA REPUBBLICA DEI NOMINATI
Consiglieri comunali in autotutela?
Contrari solo 5Stelle e il barelliere Barbieri
Respinta una mozione popolare contro le porte girevoli tra partito e doppi incarichi, tra enti pubblici e coop rosse, tra enti di secondo grado e Parlamento, ovvero: gli eventuali “trombati” della politica potranno continuare a parcheggiarsi o riciclarsi (con posti e stipendi da dirigenti, ovvio) nelle società partecipate dal Comune (che sono tante e spesso – un po’ ovunque su e giù per la Penisola, come scrive IlSole24Ore di oggi – hanno conti in rosso), in attesa di baby-pensioni, vitalizi d’oro o indennità di buonuscita. Come dire: sempre meglio che lavorare, alla faccia della spending review e dei tagli a sprechi e privilegi… Non hanno ancora capito (o magari hanno capito benissimo, ma in senso opposto) che piega stanno prendendo l’Italia della sudditanza e il mondo delle rivolte
Il Pd: “No a demagogia anticostituzionale”
In effetti c’è anche gente onesta (“Per mancanza di prove”, direbbero i grillini maligni), altruista e capace, che incassa solo un gettone a seduta. Il problema però non sono sempre e solo i soldi (tanti? pochi? del Monopoli?); c’è anche la questione della “dipendenza decisionale ambientale”, quindi del conflitto di interessi (per non dire del “traffico di influenze… aviarie in assenza di paracetamolo”), delle clientele politiche persistenti (appartenenza appartenenza appartenenza fidata) e dunque, va da sé, del controllo partitico pervicace (occupare occupare occupare ogni ganglio), cioè del dover sempre e comunque render conto alle oligarchie che li hanno messi lì per dire sì
-> Non è un problema di persone (tutte meritevoli a Reggio), ma di meccanismo eretto a sistema. Superato e da cambiare
Bocciata la mozione popolare di 1.200 cittadini per far fuori i trombati della politica dalle società partecipate dal Comune.
Due soli voti a favore: 5Stelle e Miles Barbieri. Il PD grida forte:
‘Sì ai trombati e alle porte girevoli’. Sono loro l’antipolitica!”
(Il consigliere comunale grillino Olivieri oggi su FB)…
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Folli, folle e folletti (Pan, Puck e Dioniso)
Grillo è figura mitologica. Incarna l’archetipo del “briccone divino”, ossia del trickster (un misto di foolish e clownerie) che ora segue
le orme dell’idiota creativo e ora prende le forme del saggio buffone. Bi-soggetto psicopompo e un po’ sciamano, mostra le sue nudità per rivelare quelle del re (ed è il secondo che ci rimette, poiché un satiro cade sempre in piedi… caprini). Esegesi
Grillo è un trickster, figura che gli antropologi e i mitologi chiamano il “briccone divino“: personaggio mitologico appartenente a un tempo al regno animale e a quello umano,
al novero degli déi e a quello degli uomini. Dio del passaggio
tra l’alto e il basso, il dentro e il fuori, il sublime e l’abietto,
tra la follia e la ragione, il trickster prende le forme dell’idiota creativo, del saggio buffone, del bambino dai capelli grigi;
è il continuo dissacratore.
Un personaggio capace di usare il suo corpo, la sua voce, i gesti e gli occhi per andare oltre la persuasione razionale. E sedurre magneticamente la frenesia popolare, incarnando una specie di figura mitologica.
La vecchia foto di Giuseppe Grillo, in arte Beppe, che emerge dagli Archivi Farabola, ci mostra il comico in abito di scena, tra Superman e il Mago Zurlì, l’extraterrestre e il pupazzo infantile. Un’immagine di altri tempi, che ci rivela qualcosa di importante circa il carattere profondo di questo attore, nato a Savignone in provincia di Genova nel 1948. La sua è una lunga carriera che parte da un teatro-cabaret del capoluogo ligure, L’Instabile, per arrivare al Movimento Cinque Stelle, passando per una serie quasi interminabile di trasmissioni televisive, spettacoli teatrali, film…
L’URLO DI SILVIO IN DIRETTA
L’unico “gigante estetico” (lui, il più amato, il più odiato: l’istrione, il combattivo) che emerge e resiste in un coacervo politico abituato al nulla e abitato da tanti, troppi nani da giardino (Pdl o Pd poco importa)
Ore 17.15: un solo uomo al telecomando.
I giudici hanno rimesso in campo e in gioco Silvio (destinato alla panchina del Milan e alle panchine dei giardini a Milano 2).
Oscurati Renzi e Grillo.
E’ un fatto estetico, non politico: l’istrione colpisce ancora, la platea (sia degli amanti sia degli odianti) è tutta per lui.
Non ci frega nulla del leader di partito o delle destre tutte, di Pdl e altre consorterie simili, maggioranze e opposizioni unite.
Ci esalta l’atto, non tanto il fatto.
Il fuoco dal-e-nel singolo, non il personaggio pubblico.
Lui come soggetto prepolitico, antipolitico, postpolitico: il suo situazionismo emozionale.
La tempra di un 75enne sottoposto da 18 anni a un bombardamento mediatico-giudiziario senza precedenti (un dato oggettivo, quantitativo: non entro nel merito, cioè non mi avventuro a dire se sia stato giusto o sbagliato questo stillicidio).
Tutto, oggi, parla di lui (non solo la sentenza di ieri).
Volevano confinarlo alle sue prigioni, manco fosse Pellico.
Invece è qui, in diretta, a braccio: parla un italiano diretto ed espone le sue buone ragioni con ritrovata passione.
Dal teatro dell’assurdo al teatro all’assolto.
Dal colpo di coda dell’addio al colpo di scena del ritorno, dal colpo basso del tribunale al colpo di genio d’un tuttofare superiore persino alle regole in quanto concepite dai baroni, votate dai mediocri (a uso e abuso della loro stessa autoconservazione) e fatte rispettare a tutti gli “infelici molti” che non si possono permettere d’eluderle o evaderle.
Dalla sua colpa originale al nostro nuovo colpo di fulmine.
Bentornato!
TUTTA COLPA DEL CICLO
Quando una donna dice “Tu non c’entri, è solo colpa mia” è quasi sempre una bugia (anche se spesso inconsapevole). “Succede quanto lei sta con un tipo stabile ma in realtà desidera un tizio sexy”. Lo dicono gli scienziati della California (‘sticazzi!)
Uno studio Usa sostiene che la classica frase femminile per prendere tempo o chiudere una storia sia sempre una bugia (anche se detta a fin di bene: il suo… e spesso inconsapevolmente). Tutta colpa della natura umana, e degli ormoni…
Quando le donne dicono al proprio partner «tu non c’entri, il problema è mio» mentono inconsapevolmente. A sostenerlo è uno studio dell’Università della California pubblicato sulla rivista Hormones and Behaviour.
«Ciò accade soprattutto in una precisa relazione: quando la donna ha preferito un uomo stabile ad un uomo sexy e attraente per un rapporto duraturo» ha spiegato Martie Haselton, responsabile della ricerca. «In questo caso – aggiunge lo studioso – la donna combatte inconsciamente con la sua decisione durante il periodo fertile, boicottando il compagno poco attraente» (a volte col tradimento).
«Un boicottaggio che è temporaneo e dura pochi giorni e non mette in pericolo l’andamento della relazione» ha concluso Haselton. Durante il periodo fertile queste donne tendono maggiormente ad elencare i difetti del proprio partner rispetto alle donne che si accompagnano ad uomini più desiderabili sessualmente, quelle che al posto di Mister Stable hanno scelto Mister Sexy.
«La donna, in pratica, valuta la sua relazione in maniera differente a seconda del momento del suo ciclo – si legge nella ricerca . Una valutazione che appare condizionata da quanto ritiene intrinsecamente attraente sessualmente il proprio partner. La sensazione negativa di rifiuto verso il rapporto e il proprio uomo non mette comunque le donne in condizione di voler porre fine alla storia d’amore, o almeno non sempre». (La Stampa)
ORATORIO VS FRATTOCCHIE!
-> UNA DOMENICA BESTIALE!
Scazzi “primari” – 4 / Bersaniani
e renziani reggiani continuano
a prendersi a pesci in faccia. Stavolta
il minuetto FB è tra l’ex sindaco Dall-asta la victoria siempre (ancora lui)
e il capo-toilette del taumaturgico Delrio, il “turgido” Battini (“turgido” perché per la prima volta parla
a titolo personale, e lo fa usando
un’ironia cazzuta – bene bravo bis)
ORA PRO NOBIS
(…) Dallasta Cmq dice in sostanza che Renzi è invotabile.
Battini Non mi pare. Dice ben altro.
D Hai capito che Gad Lerner vota Renzi? Sappiamo che eventualmente voterebbe Rosi Bindi.
B Ho capito che un sostenitore di Bersani invita Bersani a non usare certi argomenti perché tra Filippo Penati, suo caposegreteria politica, BNL, Montepaschi e Unipol l’argomento è scivoloso… Se leggi capisci pure tu.
D De minimis, caro Battini. E vedo che tiri fuori argomenti inutili e sciocchi e non vuoi che si tirino fuori le fatture di Renzi in Provincia. La risposta di Renzi sull’ascolto della finanza caimana che salva l’Italia poi è da incorniciare.
B Ti ho spiegato l’articolo che evidentemente non hai letto ma hai commentato, tanta è la tua voglia di buttarla in rissa. Quegli argomenti li evoca Gad Lerner. Ma tutti sappiamo che politicamente tu sei un gigante rispetto a Lerner e puoi permetterti di non leggere ed esprimere giudizi sempre intelligenti.
D Li hai fatti tuoi o no?
B Ho condiviso l’articolo di Lerner, sostenitore di Bersani. È un pomeriggio che te lo scrivo, ma è evidente che tu cerchi altro.
D Infatti per me le cose dette da Lerner sono sciocchezze ancor più alla luce della replica di Renzi. Lerner è un opinionista ed esprime la sua opinione e tu l’hai usata per fini tuoi. E io mi prendo quel che mi interessa, perché grazie a Dio sono libero e non devo rispondere a nessuno.
B Bene, abbiamo ristabilito la verità. Io condivido un pensiero di Gad Lerner, giornalista e simpatizzante di Bersani, che però è nulla e dice sciocchezze rispetto a un gigante della politica come te, uomo libero e dalla verità rivelata. Mi meraviglio che Bersani o i suoi sostenitori reggiani non ti abbiano eletto a loro portavoce, preferendoti la Moretti. Buona domenica.
D Si vede che è nelle tue forme non avere pensiero critico ma bere tutto quello che deve essere opportuno per la tua parte. Per il resto non preoccuparti delle mie “carriere”, anzi, ti invito a non essere patetico, proprio tu… e raccogli tu l’invito di Beppe Pagani a vivere fuori, libero. Buon lunedì.
B Riepiloghiamo: io scrivo sciocchezze, non ho pensiero critico e sono patetico. Tu uomo libero, gigante della politica, di stile e di netiquette che sta testimoniando la sua libertà sulla mia bacheca… Favoloso…
D Chiudi la bacheca, allora.
B Perché chiuderla? Stai dando spettacolo.
D Sei tu che ti lamenti della mia presenza…
B Leggi meglio, non mi lamento, io mi godo lo spettacolo che stai offrendo gratuitamente sulla mia bacheca.
D E infatti è il tentativo di Renzi, al di là di un’opinione di Lerner, di sviare da sé una cosa che non gli ha giovato di certo. Ho piacere che ti diverta, così potrai sollevarti dai gravosi alti tuoi uffici.
B Si, si, si… Oggi è pure domenica e lo spettacolo che stai offrendo è goduto anche da tanti altri amici.
D E’ perché ti voglio bene, ti tolgo dalle tristezze quotidiane.
ELOGIO DEL GARANTISMO
Il club ultra minoritario dei garantisti, quelli che, se chiedono il rispetto delle regole per gli imputati e gli indagati, sono bollati come manutengoli dei mascalzoni e se eccepiscono sulle migliaia e migliaia di pagine di intercettazioni di persone non indagate che finiscono sui giornali sono gli assassini della trasparenza; la setta di maniaci chiamati garantisti, dunque, in questi giorni avrà un libro piccolo ma denso che sarà di conforto e di ristoro.
Un angolo di pensiero libero, grazie a Guido Vitiello che con l’editore Liberilibri sta mandando in libreria “Non giudicate”, quattro conversazioni con “i veterani del garantismo”: Mauro Mellini, Domenico Marafioti, Corrado Carnevale, Giuseppe Di Federico… Read the rest of this entry
Scazzi “primari” – 3 / Sotto a chi tocca. C’è Beppe scherza coi ‘conigli mannari’ bersaniani (“La paura fa 90″) scatenando la reazione dell’ex consigliere comunale Vivi (“Da che pulpito: 4 anni fa eri contrario alle primarie a Scandiano perché le avresti perse”) Lite ex Pci-ex Dc
LA CONFERMA: FACEBOOK E’ UN CAMPO DI BATTAGLIA PRIVILEGIATO
Il consigliere regionale renziano Pagani (domenica scorsa): “Avere cambiato le regole delle primarie è la dimostrazione che la conservazione è più forte della speranza. Impedire ai sedicenni di votare, impedire l’iscrizione all’albo online, obbligare ad un passaggio preventivo presso un’altra sede e alcune giornate prima del ballottaggio coloro che non hanno votato… che cosa è se non una serie di ostacoli ed impedimenti? La paura fa 90”
L’ex coordinatore Ds Vivi: “Aggiungerei, per correttezza, che 3-4 anni fa eri duramente contrario alle primarie, visto che pensavi che per il Comune le avresti perse. Giusto per la trasparenza”
Pagani: “Caro Bruno, non capisco a) cosa c’entri Scandiano; b) io allora facevo un ragionamento diverso, che riguarda le persone che vengono chiamate a candidarsi in virtù di una loro rappresentanza sociale, che è un valore aggiunto per lo schieramento; c) la trasparenza non ci azzecca nulla, ma se vuoi fare di ogni erba un fascio fai pure… Ma caro Bruno, se chiedi al segretario nazionale di una associazione o a una personalità di candidarsi con il tuo partito o ad un rettore, o ad un Nobel, poi non gli fai fare una figura di legno candidandolo alle primarie per il Comune o per la Camera contro un dirigente del partito. Se no lo lasci dove è (e la mia contrarietà era, in quel momento e data quella situazione, legata a questo aspetto); d) perdere o vincere… Guarda un po’ tu come è andata a finire. Buona domenica”
Vivi: “Dai, la storiella che non c’eri raccontala ai polli. Io c’ero e mi ricordo bene gli eventi. Poi mi fa piacere che l’interesse ti abbia fatto capire che avevo ragione io”