Monthly Archives: aprile 2012

Autoscatto d’orgoglio, ecco le novità hard-rock di Sfotto-grafia Europea

Autoscatto d’orgoglio, ecco le novità hard-rock di Sfotto-grafia Europea


E’ stata presentata la nuova (anzi no, lavata con “Pirlana”) edizione di Fotografia Europea, rassegna clandestina dedicata all’autoscatto d’orgoglio.

Gente che si strappava i capelli dopo aver fatto ore notturne di fila davanti ai cancelli dello Strazio Gerra. Special-guest di quest’anno il kamikaze Terry Richardson e “harakiri” Araki.

Zoom demografico: milioni di pendolari dell’arte arriveranno in città tra l’11 e il 13 maggio, muovendosi poi a zonzo (e a zombie, con Reflex al collo) per le vie (crucis, ma anche un po’ trucis) del centro.

Un centro di “grevità” permanente e impermeabile alle critiche, con traffico di auto bloccato e traffici di erbavoglio invece ben rodati e oliati. Schermi giganti e scherni altrettanto grandi per tutto l’esagono (roba da allertare il Pentagono!).

Così è se vi pare e piace: inserti speciali dedicati all’evento sui giornali di tutto il mondo, Caraibi compresi (già: Caraibi che sor…presa-per-il-culo!).

Voli speciali anche da Alaska, Botswana e Cazzinculistan, neo-regione “a sud di nessun Nord” (dal titolo di un romanzo di Bukowski, pure lui in mostra con una retro-spettiva ispettiva… anche detta rettoscopia fotografica, nel senso di antologica anal-ogica dietrologica).

Sul palco della tregiorni e duenotti si esibiranno anche i Negus Per Caso e i Litfiga, quindi i gruppi meridionali I Cugini di Carfagna e i Gli Sbronzi di Riace… ma anche i SemilascinonVale (alla voce la consigliera comunale Pd Montanari) e l’emergente Andrej Coimaschi, sapiente interprete dei più riusciti successi dei Prendimidadietro, band allo sband molto in voga negli anni (a) “90”.

Se gli oggetti ci parlano, i rullini ci sfottono. Sfottografia Europea, appunto.

Una certezza il tema-tomo del 2012 (2012: Odissea nell’o-spizio Gerra, struttura che prende rango e lustro da una rinomata pizzeria annessa, laddove altrimenti non resterebbe che la solita “piazzeria” di spiazzanti piazzisti culturali, detti balogon del luster e del cluster): et voilà, miss Cittadinanza.

Una sorta di “Brain Runner” vol. II, festival dell’algoritmo a metà strada tra Blade Runner (di Ridley Scott, nel 30° dell’uscita: anche se qui servirebbe non tanto Scott, bensì solo un po’ di scotch sulla bocca dei relatori-delatori) e Jessica Rabbit (alter-algo dell’assessore Maramotti, peraltro già affetta da ipertrofia dell’Ugo, nel senso del collega Ferrari).

Chiude la rassegna il santo patron Catellani con una lectio sul foto-ritocco a mezzo Photoshop.

(Anteprima di “ReggioSpia” in uscita domani 28/4 – Scritta e inviata martedì 24/4)

SITUAZIONISMI BURLESQUE – 2
Restate 2012, il nostro progetto (molto animal farm) inviato nella notte al Comune di Reggio Smart City

SITUAZIONISMI BURLESQUE – 2
Restate 2012, il nostro progetto (molto animal farm) inviato nella notte al Comune di Reggio Smart City


Cara ***,
dopo aver avidamente “sbocciato” e maldestramente “sciabolato” champagne millesimato in quell’ameno ex ricovero di pellegrini sito in Rubiera, do (coniugazione verbale che vorrebbe l’accento sulla “o” per distinguerla dalla nota musicale ma che tutti ormai – poeti laureati compresi – scrivono senza in barba al De-voto Oli di castità)… dicevo: do seguito alla chiacchierata al chiaro di luna di giovedì scorso alla Corte Ospitale formalizzando una proposta di esibizione per arpa e pianoforte in occasione della rassegna “Restate 2012“.
 
L’arpista pop è Daniele Moreschi di Scandiano, di cui a giorni saranno disponibili alcune video-esecuzioni realizzate giovedì scorso nei saloni della Rocca dei Boiardo.
 
Moreschi, con all’attivo un cd-album di sue composizioni realizzato una decina d’anni fa, è legittimamente considerato l’Allevi (nel senso di Giovanni) dell’arpa, ovvero il Nyman dei ricchi.
 
Il pianista-non pianista sono io (c’est moi, celui-ci: genere intimista e confidenziale ma non solo), reduce da una lunga e trionfale tournée in me stesso e – ca va sans dire – dentro e fuori le alcove di mezza Reggio nonché special-guest del festival “Soli Deo Boria” e co-autore – con Elio e Le Storie Tese e Rocco Siffredi – dell’hard-musical “Forza venite gente (reloaded)”, rispettosa e anzi celebrativa parodia del mitivo spettacolo teatrale di Paulicelli (anno 1981: la storia cantata di San Francesco ha 30 anni ma continua a essere rappresentata ovunque con successo; memorabile, in tal senso, un’edizione pagano-parrocchiale andata in scena nella chiesa di Salvaterra a fine anni 80, con un giovane Ciro Piccinini nei panni – in borghese – del lupo ammansito).
 
Il sottoscritto, con all’attivo la nota e inarrivabile nomea di inattivo, già autore di due cd-album passati in giudicato (poi riversati e rimasterizzati nel ‘the best of’ “Piano Sono“, in uscita l’11 maggio) e lì lì per registrare la terza collection non appena il suo sound designer di fiducia rientrerà dalla tournée con Antonacci – inteso come Biagio – e con Nek (tradotto: fine maggio).
 
Unico jarrettiano reggiano d’incrollabile fede, ha scritto e “scemeggiato” un monologo teatrale dedicato al genio del piano, la cui prima europea è attesa per settembre.
 
Completano la compagnia di giro: Sergio M. (videocrazy), Uber P. (produzione atipica, financo artritica), Emiliano F. (affetti speciali) e Giuseppe C. (mixer appeal), Annalisa F. (voce) e Hermano (vice-voce). 
 
Location: la fontana del Valli. Dentro di essa, nella pancia d’acqua, ovvero azionando solamente i getti – colorati – delle code laterali (isolando quindi le zampillanti bocche del centro del catino, laddove strumenti ed esecutori saranno “salvaguardati” da palchetto e tettoia e telone e beveroni antiruggine o altro materiale o altra mini-struttura all’uopo). 
 
Costo: 5.000 $ all inclusive (3.000 secondo la questura). Trattabili. Pagamento in dollari americani: metà prima e metà dopo l’arrivo dell’ambulanza (poiché trattasi di show ad alto rischio TSO). Free tax, esenti Imu (ex Ici) ed esenti Enpals.
 
Note: si valutano contro-proposte e contro-risposte (persino contro-supposte, volendo) circa la location. Astenersi perdi-piazze rumorose et similia. Gradite mini-piazze d’atmosfera o teatri naturali o ridotti dell’azienda I Teatri-Il Teatrino. Conditio sine qua non il silenzio del e nel luogo, pena il non-inizio della performance. Sarà fatto divieto di portare con sé telefonini, smartphone, tablet, walkie-talkie (più comunemente detti “handheld transceiver”), tostapane e dildo elettrici. All’ingresso o nel raggio di 50 metri dalla fontana sarà fatto divieto di usare pacemaker e defibrillatori per tutta la durata – hic et nunc – dell’esibizione.
 
In attesa di positivo riscontro e riscatto, ringrazio “post hoc” per l’attenzione accordataci e abbraccio apertis verbis Vostra Signoria tutta.
 
Per sempre tuo,
Keith Giarrettiera e il suo duo
 
—–
 
* Testo non riletto né corretto né corrotto né approvato dall’estensore

REBEL! E’ tempo di “radicalismo liquido”

REBEL! E’ tempo di “radicalismo liquido”


La crisi (il crollo dei sistemi) diffonde paura e rabbia in aree discontinue della società

L’Italia della crisi pullula di grilli parlanti. Spesso cattivi, che sanno solo fomentare rabbia contro il burattinaio di turno. Ieri il Grande Inquisito, il Corruttore, oggi il Capitalista, il Banchiere, l’Esattore delle Tasse, il Professore, la Ministra del Lavoro, il Giudice. Con le maiuscole, perché nella favola nera che capovolge Collodi sono tutte allegorie del Potere.

Oggi, Pinocchio si sente impoverito nei beni materiali e nello spirito. Ha investito a perdere soldi e illusioni nel Campo dei miracoli, vuole fare un giro nel Paese dei balocchi, ma non ha abbecedari da rivendere. Gli hanno promesso che sarebbe diventato umano, ma lui ritorna burattino, alienato, imbestialito.

E fa il somaro come l’indignado «Er Pelliccia» di Roma, che lancia un estintore per spegnere i roghi e poi torna a piangere da mamma; il No Tav «Pecorella», che insulta il poliziotto con cui — dice — voleva dialogare; la casalinga ex berlusconiana, in cerca di aiuto per la figlia, che abbraccia Oliviero Diliberto alla manifestazione «Giù le mani dalle pensioni» con la maglietta «Fornero al cimitero», ispirata da Facebook.

Ma chi sono i cattivi grilli parlanti? Toni Negri, arzillo pensionato (extra)parlamentare, sulla rivista «Alfabeta2» di febbraio fa ancora il «cattivo maestro» giocando con i «gradi necessari» di violenza per una «radicale trasformazione». Da condannare? L’autore di Impero viene elogiato da Giulio Tremonti versione No Global a Servizio pubblico di Michele Santoro, dove l’ex ministro dell’Economia dice che «la politica sta tornando dalla parte giusta: non la finanza, ma il popolo»… Read the rest of this entry

Sistema-democrazia in crisi, politica morta e partiti marci: c’è chi teorizza un sano diritto all’insurrezione. Bene

Sistema-democrazia in crisi, politica morta e partiti marci: c’è chi teorizza un sano diritto all’insurrezione. Bene


In un momento storico in cui il nome di democrazia è associato a guerre omicide, alla crociata del bene contro il male, alla tortura, diventa necessario e urgente qualificare nel modo migliore la democrazia per dissociarla da queste iniziative evidentemente antidemocratiche, “cancro della democrazia” per usare i termini di Vidal-Nacquet. Così già da molto tempo – nell’intento di strappare la democrazia alla sua neutralizzazione, di sottrarla alla banalizzazione – alcuni autori hanno scelto aggettivi tali da indurla a riscoprire la sua differenza, la sua estraneità rispetto ai fenomeni di dominio, che tentano di dissimularsi dietro il suo nome.

Tra questi aggettivi, merita la nostra attenzione quello di democrazia selvaggia di Claude Lefort, o di democrazia radicale. In ogni caso, se non si cerca di qualificare la democrazia, essa rischia di perdere ogni volto riconoscibile, e sarebbe trascinata nella zona grigia della banalizzazione universale. Nel linguaggio quotidiano delle nostre società, essa non viene forse continuamente confusa con lo Stato di diritto o con il regime rappresentativo?… Read the rest of this entry

La rivoluzione non sarà televisiva

La rivoluzione non sarà televisiva


I talk show televisivi sono un’arma contro il MoVimento 5 Stelle. Sono spazi poco igienici dove chi partecipa viene omologato alle scorie del Sistema. Infatti, se ti siedi accanto a Renzi o alla Santanchè sei omologato. Chi ascolta gli scarsi minuti che ti vengono accordati ti qualifica come un’espressione dei partiti. Chi si siede su quella poltroncina, su quella sedia, è alla mercé di conduttori schierati che hanno due obiettivi: lo share e l’obbedienza al partito o allo schieramento di riferimento. I cittadini che si riconoscono nel M5S, che ne sono consiglieri a tempo determinato, portavoce, attivisti o iscritti, che vi partecipano sono invitati con un solo scopo: quello di fotterli e attraverso di loro il MoVimento 5 Stelle. Passare dal palco dei cittadini al trespolo del politico sotto i riflettori in un talk show è un’involuzione del MoVimento 5 Stelle, non un passo avanti.

Siamo cresciuti in Rete, ci siamo sviluppati con l’esempio dei fatti nei Comuni, con il passaparola. La televisione è controllata in ogni sua piccola parte dai partiti. Uno “stupid box“. Farsi vedere” dai cittadini “altrimenti non si cresce” è una solenne cazzata. O per alcuni una scusa per dare spazio al proprio ego.
E’ bene ricordare che chiunque faccia parte del MoVimento 5 Stelle, oggi ci sono 200.000 iscritti, ha la stessa dignità. E’ un MoVimento di massa dove chiunque può prendere e dare il testimone.

La rivoluzione non sarà televisiva. La televisione è in mano al potere costituito. O ti oscura o deforma il tuo messaggio. I movimenti degli Indignados o dei Pirati svedesi sono nati e si sviluppano in Rete, non in prima serata televisiva. Ogni volta che parlano Bersani e Casini c’è uno spostamento di voti verso il MoVimento 5 Stelle, ogni volta che un esponente del M5S si fa ingabbiare in un talk show questi voti ritornano ai partiti. La nostra voce è la Rete, senza non avremmo neppure lo 0,1%. Entrare in uno studio in cui tutti, ma proprio tutti sono contro di te e non hai neppure il diritto di parola, perché ti viene tolta al momento opportuno da conduttori prezzolati, è fare il gioco dei partiti. Per chi non lo sapesse ancora, le televisioni appartengono ai partiti insieme ai giornalisti. Senza alcuna eccezione. (BEPPE GRILLO, ieri)

I guru di “Polo” Alto e piazzetta Jobs

I guru di “Polo” Alto e piazzetta Jobs


(Satira politica)

Un conto è essere visionari in California, un altro è avere le visioni a Gavassa.

La vision, la mission, la compromission…

Dal think different della Apple al think tank di Piazza Trampolini (di lancio per qualche carriera), ovvero: il futuro è qui, born to (Brain) Run(ner)! 

Nessuno ci aveva pensato, specie in Italia. Sicché l’iCat-tocomunismo al potere ha piantato la bandierina: “Nessuno come noi conosce il linguaggio Dos” (nel senso di sistema Dos-setti).

La brillante idea è venuta al comune di Reggio, notoriamente molto wired… e forse anche un po’ bored.

Da Palo Alto a Pago Altro, poiché le consulenze nel vasto campo dell’economia della conoscenza (anche detta con-o-senza: tanto cazzo cambia!?) sono moribonde ma dure a morire.

Dicevamo: abbiamo battuto tutti sul tempo. Noi: i primi a tirare per la tavoletta le spoglie ancora calde del guru di Cupertino (e da copertina). 

Già: trattasi della solita (ma non solida) Cupertina di Linus. Una excusatio non petita…. ma di sicuro patita.

Reggio è piena di bande allargate che largheggiano da sera a mane: nell’economia, nella politica. Anche sulle autostrade ciber-natiche. Si sa, al cul non si comanda…

Insomma: per farsi perdonare il gap ci siamo inventati il quid, subito declinato in bit. Tradotto: Reggio può, il resto d’Italia no.

Digital divide? Macché, quando mai: il digital unisce. Così che la nostra città viene presentata come (la) patria ideale dei pionieri della rete.

Tuttavia più che di una “rete di conoscenza” pare si tratti – dicono i maligni – di una più prosaica rete di conoscenze. 

Più che di pirateria informatica, insistono i detrattori, bisognerebbe parlare di millanteria informativa.

Ma tant’è. Da città laboriosa a città boriosa. Grazie alla mela morsa, al meccanismo della “mano morta” culturale.

Una capitale da bere (Bere Comune) che vuole dirsi e darsi tecnologica senza passare dal via, cioè dalla logica, dall’algoritmo.  Una sorta di ipertrofia dell’algo, appunto.

Il tecnopolo. O meglio: Polo Alto.

Dall’iPod all’iFood, dal Macintosh a Maramotti, dall’iPhone all’iStrion(e) Delrio.

Lo sapete, dai: Reggio ha deciso di dedicare una piazzetta Cuccia all’ex hippy Steve Jobs. Piazza Af-fari spenti nella notte, direbbe Battisti.

Tu vuo’ fa’ l’americana, massì: dalla Grande Mela alla Grande Pera. Oh, ma che palle il provincialismo…

“Siate folli, siate affamati”: sì ma qui l’han preso troppo sul serio lo zio dio, troppo alla lettera (scarlatta).

L’appiglio storico? Il fatto che un paio di decenni fa un imprenditore nostrano cominciò a commercializzare un tostapane col mouse.

Così dicono i Mouse Organ del municipio.

Ovvero: “Ti ricordi Lasagni verdi…”, canta la reggiana Marcella Balla

Steve Lavori venne anche a Reggio, una volta. Come il Papa nell’88 e Bono (U2) nel ’97. Là la Pixar, qui la Piramix. Manca solo Obelix: a lui ci pensa la Lega Ingord.

Intanto, pare che Zuckerberg l’abbia presa male: “Ma come, lui sì e io no? Volete rifare il FaceLook dell’Alea Nord e non mi dite niente!? E chi è ‘sta Tiwi?”.

Sbugiardato il furbesco lessico di regime
Il Movimento 5 stelle è politica vera, non antipolitica. E’ popolare, non populista (di base, non di vertice).
E soprattutto si tiene alla larga dal denaro a pioggia, rimborsi compresi

Sbugiardato il furbesco lessico di regime
Il Movimento 5 stelle è politica vera, non antipolitica. E’ popolare, non populista (di base, non di vertice).
E soprattutto si tiene alla larga dal denaro a pioggia, rimborsi compresi


Sbaglia chi definisce populista il Movimento 5 stelle fondato da Beppe Grillo. Certo, alcune sparate del comico genovese ricordano quelle di Umberto Bossi. I suoi toni e e le sue parole possono, legittimamente, non piacere. Ma molti temi da lui proposti sono importanti, meritevoli di essere discussi o semplicemente condivisibili. E sopratutto dietro a Grillo esiste un popolo di militanti tra i quali non è poi così raro scorgere il meglio del Paese.

Chi ha partecipato agli incontri organizzati dai meetup sa che questi gruppi sono composti da cittadini informati solitamente ad alto tasso di scolarizzazione, impegnati nel sociale o in iniziative legate alle condizioni del territorio: inquinamento, energia, modelli di sviluppo, spesa pubblica nei comuni e nelle regioni… Read the rest of this entry

BENGODI CASTALE AL CREPUSCOLO
PIANGONO MISERIA MA FANNO LE BUDELLA D’ORO, TANTO CHE NON SANNO DOVE E COME IMBOSCARE (TANZANIA? SVIZZERA? VILLE E BELLA VITA?) L’AUREO BOTTINO
I partiti spendono 1/5 dei rimborsi elettorali che ricevono dallo Stato

BENGODI CASTALE AL CREPUSCOLO
PIANGONO MISERIA MA FANNO LE BUDELLA D’ORO, TANTO CHE NON SANNO DOVE E COME IMBOSCARE (TANZANIA? SVIZZERA? VILLE E BELLA VITA?) L’AUREO BOTTINO
I partiti spendono 1/5 dei rimborsi elettorali che ricevono dallo Stato


2 miliardi e 253 milioni di euro per le tornate elettorali dal 1994 al 2008. Le elezioni del 2008 sono costate allo Stato oltre 503 milioni di euro, mentre i partiti hanno sostenuto spese per 110 milioni. La differenza, evidentemente, è rimasta nelle loro casse.

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