Monthly Archives: marzo 2012

ESCLUSIVO! Fotografia Europea 2012: la mail integrale e integerrima (così com’è stata inviata l’altro ieri all’ufficio Cultura) con cui abbiamo proposto e illustrato un evento collateral-musicale che si terrà (solo se Dio vorrà) tra l’11 e il 13 maggio

ESCLUSIVO! Fotografia Europea 2012: la mail integrale e integerrima (così com’è stata inviata l’altro ieri all’ufficio Cultura) con cui abbiamo proposto e illustrato un evento collateral-musicale che si terrà (solo se Dio vorrà) tra l’11 e il 13 maggio


Buongiorno. Come anticipato stamattina “on air”, vi (ti) allego il progetto-proposta-programma (rullo di tamburo – ndr) di un concerto-evento collaterale (ma endogeno) a “Fotografia Europea 2012″. In attesa di positivo riscontro o di entusiastiche contro-deduzioni, ringrazio per l’attenzione. Ac-cordiali saluti. CAP The Captain – No stop 24/24

***

Buongiorno.

Con-formalizzo l’idea scaturitami per autocombustione stamane e altrettanto spontaneamente riferitati in tempo reale a mo’ di bonzo in fiamme poi salito da piazza Casotti fin su al secondo piano in ascensore, ovvero…

Evento-concerto all’interno (o all’esterno, benché nell’ambitissimo ambito – nel senso di hatitus prima ancora che di habitat) di “Fotografia Europea 2012“, con arpa celtica, pianoforte indigeno, batteria elettronica, flauto amaro, violino muto e chitarra scordata… ma non dimenticata a casa. Con l’aggiunta di letture live, vere e vive.

Di e con e per: Ciro Andrea Piccinini (piano, drums), Daniele Moreschi (arpa, guitars) e Stefano Enea Virgilio Raspini (ugola).

Con immagini video-montate a far da sfondo-di-mondo ed evoluzioni di danza dal vivo by compagnia DecaDance.

Con ospiti musicanti e politici aitanti a sorpresa.

E con la collaborazione (pre-produzione artistica ed esecutiva) di Emiliano Fantuzzi, Giuseppe Chianese, Sergio Mastronardi e Uber Prati.

Prefazione e supervisione: Max Panarari e Gas. Presentazione: Emanuela Caselli. 

Genere: eno-etno, new-age/best-age, world & word-music, minimal-animal et similia.

Titolo della rappresent/azione:

a) CLIC TO CLICKPhotomania e web-music

b) TWEET CONCERT IN SWEET TOWNIstantanee in 140 note o poco più

oppure

c) SM-ART CITY

d) ZOOM-BIES

Circuito cartellonistico: “Off“, poiché “On” è già overbooking e forse anche burnout.

Ceci dit, mi permetto di proporre un terzo circuito, da denominarsi “Out” (outside, outdoor, outspoken) e ascrivibile esclusivamente al suddetto evento, se possibile con diversa e distinta definizione grafica, a partire dal colore della paginetta d’uopo nel “libretto d’opera” del festival, magari da fustellare dimodoche (senza accento) si ottenga un buco tondeggiante e biancheggiante al centro / Scherzo, suvvia ;-)

Pubblico presente: dalle 20 alle 2.000 persone, dipende dal non-luogo (a procedere) scelto.

Durata: 90 minuti, tempi supplementari e rigori esclusi.

Location (anche qui intesa come loc/action):

Fontana del Valli (dentro, al centro, isolando i getti laterali, con piccolo palchetto con tettoia o telo idro-protettivo, idro-isolante, idro-repellente, idro-respingente e quindi idro-fobo). Si tratterebbe di un’assoluta e direi assolata novità (case study) in Europa, forse del primo Water Concert (WC) al mondo, con gli zampilli che grazie alla computer program and grammar danzano a ritmo di musica – Da considerare attentamente, caldeggiamento proposta da 0 a 10: 9,5

Sul tetto della Torre Civica-Torre del Bordello, innalzata nel 1489, 300 anni prima della p-resa della Bastiglia – Fattibilità: 4

Sala del Tricolore, che è simile a un teatro (con tanto di platea e palchi e “buca per l’orchestra”) – Caldeggiamento: 8, fattibilità: 7, affabilità: 6

Altre location: tante e da valutarsi, certamente più alla portata. Come mi dicesti secoli fa, cioè stamane, laddove l’ipotesi “Out” risulti o risultasse non gradita o impercorribile si opterebbe motu proprio per il piano B, ossia per l’ipotesi “Off” (nella variante aggiornata “Off limits“), con i musicanti che giocoforza si adeguerebbero e dunque aggregherebbero (quale evento collaterale di evento afferente) a una mostra già cantierata in detto (corto)circuito, che mi riservo di indicare non appena sarà (o fosse) scartato il piano A. Così come mi riservo di indicare un piano C, in quanto teorico sui degeneris nonché ideologo omnibus di un qualsivoglia concetto di Terza Via (anche detta “via tersa”).

Costo: a carico della comunità e tuttavia soggiacente alla formula “soddisfatti o rimborsati”, con gli artisti e/o i loro fumisti (“L’artista non sono io, sono il suo fumista“: “Don Giovanni”, Battisti-Panella, 1986) disposti a considerare compromessi di matrice filantropica (leggasi gratuità) o alla peggio entropica (leggasi cosmicità) o ipertrofica (leggasi vanità).

Detto evento (e ogni evento che voglia e possa definirsi tale contiene in nuce e in sé la possibilità ovvero l’eventualità che non si avveri e dunque non accada) si svolgerà più o meno vogliatamente tra l’11 e il 13 maggio prossimo (av)venturo(so).

Ebbene: certo di averti fatto cosa gradita e dunque compiaciuto – nel mio piccolo intimo di grande “sceneggiatore” di pensieri aperti in forma di parole dischiuse – del fatto di essere riuscito a spremermi al fine di esprimermi in maniera chiara, piana, concisa e coincidente, ti saluto mettendomi fin d’ora a tua “in-disposizione” nel caso il tuo ufficio logistico abbisogni di ulteriori delucidazioni o aggiornamenti di status… ma  non senza rin-graziarti per l’attenzione prestatami (e subito restituitati) e per i tuoi preziosi consigli a sfondo sperduto.

In limine, infine, qualora il succo del dis-corso qui sopra shakerato dovesse apparire incommensurabile o anche solo incomprensibile, non pre-occuparti: è comprensibile (nel senso di occhio prensile) che a una prima lettura – trattandosi di una scrittura di genere alquanto sincategorematica e comunque schematica all’osso – il rendez-vous del sottoscritto risulti o possa risultare incomprensibile, nel senso di non afferrabile o prendibile.

Dal canto mio, nel campo d’Io, mi dico sereno come un pesce d’acqua dolce, rincuorato dalla mia buona “nolontà”, dalla tua grande sensibilità e, va da sé, dalla comune giusta causa; di più: nei giorni a venire non escludo di poter riuscire e di poter riversare su supporto audiovisivo una più compiuta e compita presentazione della rappresent/azione in epigrafe.

Grazie, allora…sperando che anche tu un giorno possa dirti fiera di essermi stata gradualmente gradita.

A presto ma mai prima. Ciao.

P.S. Prossimamente presenterò al dominus Mimmo due nuovi travestimenti-allestimenti (un progetto trilogia, denominato “Affetti collaterali”): un testo teatrale su Keith Jarrett e l’improvvisazione, tra slancio vitale e filosofia orientale (“Hic et nunc: suono dunque sono“); quindi un testo teatrale su Carmelo Bene nel decennale della scomparsa (“Bene comune, tra philò e phoné“).

Zeitgeist: vendicatore pubblico o stronzetto comune? Un sociopatico internettiano pubblica in un apposito sito, visitatissimo, le foto private (anche osé) di ragazze imprudenti: foto inviate perlopiù da morosi o amanti lasciati, che le avevano ricevute via smartphone dalle loro partner, poi diventate ex

Zeitgeist: vendicatore pubblico o stronzetto comune? Un sociopatico internettiano pubblica in un apposito sito, visitatissimo, le foto private (anche osé) di ragazze imprudenti: foto inviate perlopiù da morosi o amanti lasciati, che le avevano ricevute via smartphone dalle loro partner, poi diventate ex


Non è per spaventarvi, ma è meglio non premere mai: invio. Nemmeno se vi ha giurato amore eterno e in cambio chiede soltanto una pudica foto in bikini. Nemmeno se avete fatto la dieta Dukan e morite dalla voglia di mostrare a qualcuno i risultati. Ci sarà sempre, poi, uno stronzetto rancoroso in cerca di vendetta che conserva nel telefono quelle foto non santarelline. Il disamore al tempo degli smartphone è pericoloso, e da Mark Zuckerberg in giù c’è tutto un mondo di uomini che odiano le donne (almeno da quando sono stati mollati, traditi, ignorati), che non si accontenta più di inoltrare quelle immagini agli amici, come si fa sempre, ma sceglie, meschinamente, lo sputtanamento globale… Read the rest of this entry

Minima animalia / Papa Ratzy restituisce il coccodrillo a Castro
e Medvedev ritrova il suo gatto

Minima animalia / Papa Ratzy restituisce il coccodrillo a Castro
e Medvedev ritrova il suo gatto


Benedetto XVI in visita a Cuba porta con sé il rettile che a inizio anno gli aveva regalato il compagno Fidel. Il presidente russo, nelle stesse ore, ha quindi ritrovato Dorofei, il felino del Cremlino che si era smarrito. Secondo la Camusso, invece, la Fornero continua a versare lacrime di coccodrillo, mentre Bersani – sempre in materia di Art. 18 – rivolgendosi a Monti insiste a pronunciare la celeberrima frase (“Non dire gatto se non ce l’hai sul ‘pacco’…”).

Rock in lutto / Il produttore che lanciò Ligabue, Battiato e tanti altri big del rock d’autore si è ucciso buttandosi dal balcone del fratello (soffriva di depressione da tempo). “Un vero talent scout ci mette i soldi, come me”. Omaggio ad Angelo Carrara

Rock in lutto / Il produttore che lanciò Ligabue, Battiato e tanti altri big del rock d’autore si è ucciso buttandosi dal balcone del fratello (soffriva di depressione da tempo). “Un vero talent scout ci mette i soldi, come me”. Omaggio ad Angelo Carrara


Si è spento Angelo Carrara, classe 1945, produttore discografico che, nel corso della propria carriera, contribuì a lanciare le carriere di artisti di primo piano della scena nazionale come Franco Battiato, Luciano Ligabue e Povia: il talent scout, da tempo sofferente di una grave forma di depressione, si è tolto la vita gettandosi dal balcone della casa del fratello, dove stava trascorrendo un periodo di convalescenza dopo un’operazione chirurgica.

Dopo il debutto, nel 1970, come elemento della band Le Mani, Carrara – nel ’73 – fondò l’etichetta Trident, che – nel giro di soli due anni di attività – riuscì a fare emergere importanti realtà del panorama prog italiano come i Biglietto per l’Inferno, i Semiramis e i Trip. La vera svolta, tuttavia, il produttore la visse nel 1981, quando – grazie alla casa di produzione Target – pose il proprio marchio su opere di artisti come Alice, Francesco Baccini, Aleandro Baldi, Franco Battiato e Pierangelo Bertoli, per poi veder sfilare dai propri uffici – nel corso degli anni – Bluvertigo, ClanDestino, Cristiano De André, Dolcenera, Eugenio Finardi, Luciano Ligabue, Mango, Povia, Faust’O e i Timoria.

“Sono un imprenditore, provo ad individuare un talento su dieci che mi si presentano di fronte”, dichiarò lui a Valentina Marsella nel 2010: “Povia non lo voleva nessuno, ma è venuto fuori con i miei soldi; dopo cinque anni di conoscenza è uscito con ‘I bambini fanno Oh’. Il vero talent scout non è quello che ti dice ‘sei bravo’, ma quello che investe con il suo portafoglio. Poi, chissà com’è, quando emerge un artista, chi gli ha chiuso le porte in faccia dice ‘Lo dicevo che era bravo'”.

***

”Angelo Carrara se ne è andato. Gli devo molto. Ha creduto in me quando non era facile farlo”: Luciano Ligabue piange su Facebook il suo primo talent scout, Angelo Carrara, morto ieri a Milano. “Ci ha creduto così tanto – spiega Liga – da pagare di tasca propria la realizzazione del mio primo album nella convinzione che, prima o poi, un contratto con una casa discografica l’avrebbe trovato. Così è andata. E proprio grazie al suo entusiasmo, alla sua ostinazione e al suo impegno è successo quello che è successo. Per tutto il tempo in cui l’ho conosciuto l’ho sempre visto alle prese con i propri tormenti e i propri fantasmi. Ogni volta, però, si rialzava e con la solita determinazione si avviava verso un altro progetto, un’altra scommessa, un altro sogno. Per l’ennesima volta – conclude il cantante – voglio dirgli grazie. E gli auguro di riposare finalmente in pace”. (Ansa)

Decreto “Cresci Reggio”: la cura Delrio, tra asset tangibili (qualità urbana e banda ultralarga) e asset intangibili (dalla green economy al capitale sociale) /// Il testo integrale

Decreto “Cresci Reggio”: la cura Delrio, tra asset tangibili (qualità urbana e banda ultralarga) e asset intangibili (dalla green economy al capitale sociale) /// Il testo integrale


Asset - 1 / Melissa in vacanza a Santo Domingo, dove era già stata. La splendida modella reggiana è un prezioso e strategico asset su cui investire per l'immagine della Reggio del futuro, ma il sindaco non l'ha citata nella sua articolata e interessante relazione di ieri: volontà o dimenticanza?

(Satira amica)

Che si sia “montato” (voce del verbo Monti) la testa?

Mercoledì il sindaco più Amato (nel senso di Giuliano) d’Italia ha convocato gli Stati Generali (subito ribattezzati “Strazi” Generali) per illustrare “furbi” et orbi il nuovissimo programma – collezione primavera-estate: non a caso la presentazione è avvenuta il 21 marzo – di globale rilancio cittadino su scala planetaria.

Si chiama “Cresci Reggio”, locuzione estratta dalla cappella (sistina) a cilindro di qualche Mago Magò della comunicazione municipale, la quale strizza l’occhio (e i cojones no?) all’omonima manovra varata dal governo Monti (di Pietà), denominata appunto “Cresci Italia”, succeduta al decreto Salva-Italia e anticipatrice della prossima Finanziaria, che a detta dei bene informati si chiamerà “Forza Grecia, Fanculo Germania”.

Tuttavia c’è un ambiguità formale, lessicale, è sta nel titolo: il “cresci”, infatti, non è un invito a far crescere economicamente Reggio, a darle sviluppo e prosperità sotto ogni aspetto civile e urbanistico, no: quel “cresci” va letto e inteso in chiave esortativa, di più: “imperativa”, in quanto doveroso sprone (un drone nel sedere di chi vive sugli allori e sui Rodari?) atto a trasformare una città bambina e alla vaccinara in una città-adulta e vaccinata.

Ovvero: “Dai, cazzo, guarda come sei messa… ma cresci un po’, che è ora!”.

Asset - 2 / Non dire 'patto' se non ce l'hai nel sacco

“Vogliamo rilanciare la nostra città creando nuova competitività e opportunità di occupazione per il territorio, facendo di questi elementi strategie al centro della vita di Reggio”. È l’obiettivo annunciato dal sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio in apertura della conferenza stampa del 21 marzo 2012, in cui ha illustrato, insieme alla giunta, i progetti, gli scenari e le linee strategiche per la crescita sostenibile della città in relazione al Bilancio di previsione 2012, approvato la sera del 20 marzo dal Consiglio comunale.

Il Bilancio si compone infatti di scelte legate alla salvaguardia delle risorse, ma anche di progetti e opere per far crescere la città”, ha spiegato il sindaco. 
Dopo una manovra “salva Reggio”, un pacchetto “cresci Reggio”, si potrebbe dire parafrasando il presidente del Consiglio, Mario Monti.

Infrastrutture, green economy, e tecnologie digitali di ultima generazione diffuse in tutta la città e a servizio delle imprese. Passando per qualità urbana, sviluppo dei servizi, e potenziamento dell’attrattività culturale. Sono queste le carte su cui Reggio Emilia, secondo il sindaco Delrio, si gioca nel prossimo futuro la partita della competitività e del rilancio dell’occupazione nel territorio…

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OPUS DEI / Graziano sindaco sovra-umano

OPUS DEI / Graziano sindaco sovra-umano


Cinegiornale Luce: Graziano c’è e ti vede. Tu gli parli e lui ti crede.

Già: “Non avrai altro Delrio all’infuori di me”. L’Uomo dei Miracoli, anche detto Uomo di Pasqua.

Titolo sui giornali, Nuovo Testamento: “Minaccia il suicidio in Comune: ci ripensa grazie a Delrio. Un 40enne, disperato per aver perso il lavoro, si è tranquillizzato solo dopo aver parlato al telefono con il sindaco, che si trovava a Roma”.

Sembra un titolo di Cronaca “Vena” (nel senso di Donato): invece è tutto vero, appunto. Oro colato. Pardon: calato, dall’alto (dei cieli).

Dei poteri trauma-turgici di Graziano si sapeva: dopo aver moltiplicato i pani, i pesci e i dirigenti comunali, “il più amato dagli italiani” ha fatto rialzare Lazzaro, cadere Emiliano (a Bari) e rotolare teste (le famose teste di Nasso, ossia oppositori interni filo-Grecia, che osavano pronunciare il suo nome invano, opporsi al suo istinto divino e adorare il patto di stabilità).

Chi lo conosce, insomma, sostiene che l’Eletto abbia da sempre più “culto” che anima.

Anima Mundi.

Un anno fa, sempre in marzo, il sindaco aveva salvato (dal vivo, come un qualsiasi Pippo Baudo dal palco di Sanremo) un altro aspirante suicida con la sola imposizione delle mani e delle Manicardi.

L’altro giorno, addirittura, l’ha fatto via telefono da Roma, tramite Battini, esorcista di sua fiducia.

“Che due marò, sono all’Anci… parli pure con lui, che è del mio staff… ma senza esagerare, sennò poi va a finire che l’operaio sul balcone mi ricasca in depressione, facendomi perdere le staff…”.

Festa della Donna-2 Reggio canta Dalla

Festa della Donna-2 Reggio canta Dalla


E’ morto Lucio, viva Dalla. Tutti a piangere l’uomo e l’artista, la barca alle Tremiti (nome: “Catarro”) e il cuore a Bologna (con berretto e tabarro). La politica italiana si è tuffata con tripli salti carpiati sulla bara: cordoglio sincero e dovuto, certo. Ma nel mucchio c’è chi “bara”. “Funeral party” l’ha definito Gramellini su La Stampa.

Una sfilata di colleghi in chiesa. Ma il vescovo ha proibito di pronunciare la parola “preservativo” nei servizi Tv e la Rai s’è subito accodata. Poi è arrivato il modenese Giovanardi e in suo onore il vescovo “Caraffa” (già proprietario del catamarano “Ramarro”) ha proibito i baci saffici tra le navate durante la lunga e triste cerimonia. Poi è arrivato Delrio da Reggio e ha affisso all’altare i cartelli anti-mala educacion.

Dinieghi e divieti, una santa messa (una vera messa… a tacere) proibitiva e proibizionista. Dalla aveva un compagno? Guai a dirlo, meglio chiamarlo collaboratore. Un Alemanno in lacrime: l’altro, l’omonimo romano, decisamente assente. Gay-pride, D-day. C’erano anche fans di Ron, ma soprattutto numerosi fans dei rom guidati dall’assessore Corradini, appena rientrato dal circolo La Paradisa di Massenzatico.

Un catalogo tutto reggiano di morti e di viventi in passerella: le foto “luciane” di Luigi Ghirri, l’altro amico “dalliano” Pier Vittorio Tondelli, i ricordi delle cene degli inizi da Arnaldo di Rubiera, la telefonata a Ligabue e il post del correggese su Facebook (“Venderai 700mila copie, mi disse”), la vecchia fan 90enne con foto.

E ancora: il pezzo di Panarari sulla naiveté felsinea (piccolo mondo antico) degli inizi jazzisti con Avati per La Stampa, l’ultimo concerto a Reggio il 16 febbraio 2011 al Valli, Paolo Belli che lo ricorda dal salotto di “Porta a Porta” e il dolore del giovane Carone (la cui mamma vive a Scandiano) che si è esibito con lui a Sanremo 2012.

Poi le cover dedicate alla politica cittadina: un cd di pezzi inediti, struggenti. I titoli: “Attenti al Lapo” (by Fiat-Fiom-Landini), “L’Anna che verrà” (by Annarita Salsi), “Carugo” (by Franco, Pdl), “Anna, Natalia e Marco” (by Catellani-Romolotti), “Calzolari” (by Golf Club Nuvolari), “Com’è profondo il (il buco del) Peri” (by Gentilucci) e “Balla balla ballerino”, dedicata alla storia partitica di Matteo Riva.

New journalism: la regola delle due campane – tra il cerchiobottismo e il paraculismo, un misto di distacco e misura che diventa annacquamento e crea confusione (10 righe a te per dire A e 10 righe a me per dire non-A, come nei talk-show televisivi), ovvero: se dici che abiti a Roma ma un altro insiste a dire che abiti a Milano significa che tu abiti tra Firenze e Bologna? – non basta più, oggi alla realtà (già, la verità: che parolona) ci si arriva in progress e a suon di campanacci e campanelli di qua e di là, che si integrano oppure disintegrano l’un con l’altro armati

New journalism: la regola delle due campane – tra il cerchiobottismo e il paraculismo, un misto di distacco e misura che diventa annacquamento e crea confusione (10 righe a te per dire A e 10 righe a me per dire non-A, come nei talk-show televisivi), ovvero: se dici che abiti a Roma ma un altro insiste a dire che abiti a Milano significa che tu abiti tra Firenze e Bologna? – non basta più, oggi alla realtà (già, la verità: che parolona) ci si arriva in progress e a suon di campanacci e campanelli di qua e di là, che si integrano oppure disintegrano l’un con l’altro armati


A SASSUOLO! LA PRIMA CAMPANA, CON LA PRIMA VERITA' DI PARTE...

«Hai sentito anche l’altra campana? Hai le due versioni?»: il saggio monito che il caporedattore d’un tempo dava al cronista in erba è ancora valido nel giornalismo di web e Twitter? Per essere equilibrati bastano i due punti di vista opposti, Tav-No Tav, Berlusconi-antiBerlusconi, Assad-ribelli in Siria o è arcaico esercizio da Ponzio Pilato? Se lo chiede National Public Radio, Npr, autorevole network di 900 radio pubbliche americane lanciate negli Anni 60 dal presidente Johnson, quanto di meglio i media Usa abbiano in anni rauchi di populismo…

A SASSUOLO - 2! LA SECONDA CAMPANA, CON LA SECONDA VERITA' DI PARTE

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Bologna la dotta tra Dozza e Dalla: Piazza Grande, Max P. omaggia la naiveté di Lucio

Bologna la dotta tra Dozza e Dalla: Piazza Grande, Max P. omaggia la naiveté di Lucio


Tra i «cari amici» che scrivono lettere di cordoglio per la scomparsa di Lucio Dalla, ce n’è uno grande tanto quanto una città. Ovvero Bologna, la città dotta e canterina con la quale Dalla intratteneva una relazione di amorosi sensi, come succede agli abitanti di questo piccolo «villaggio globale», fatto di portici e piazze, da cui si parte per qualche avventura e nel quale, quasi sempre, si fa ritorno alla ricerca di un porto sicuro e di volti noti. Perché a Bologna, luogo materno (e talvolta matrigno), ci si conosce tutti di vista e si è dei magnifici provinciali, perdutamente affezionati alle proprie glorie e icone. Categoria a cui Lucio Dalla, bolognesissimo fino al midollo, e portatore sano di quelle abitudini che consentono di distinguere gli «indigeni» dai «forestieri», apparteneva per la gioia e l’orgoglio corale dei suoi concittadini.

Dalla con Guccini e Vito, proprietario della trattoria bolognese frequentata dal cantautore che racconta: "Qui si incontravano tutti Dalla era un figlio di Bologna, e con Bologna ha risentito degli alti e bassi della città. Mangiava di tutto, dai piatti altrui principalmente"

Ecco il motivo per il quale risulterà difficile trovare una specifica topografia dalliana di Bologna. Perché Lucio è stato intriso di Bologna, in tutto e per tutto, dallo stadio Dall’Ara, sui cui spalti si tramutava in uno sfegatato tifoso rossoblù, al bordo campo degli incontri di basket da dove incitava la Virtus.
Bolognese nello sport, dunque, e bolognese nelle frequentazioni di molti artisti che condivisero con lui un pezzo del loro percorso creativo e, spesso, delle carriere. Dagli esordi, fine Anni 50, nella Rheno Dixieland Band in cui suonava il clarinetto con Pupi Avati (che ha dichiarato che il confronto impari con il talento dell’amico di una vita lo «costrinse» a darsi al cinema), alla collaborazione con il poeta Roberto Roversi, dopo la quale, detto senza enfasi, è mutato il volto della canzone autoriale italiana; e, ancora, Pier Vittorio Tondelli, il sodale Gianni Morandi, Vasco Rossi (che lo considerava un «capofamiglia») e tanti altri… Read the rest of this entry