Monthly Archives: dicembre 2011

2012: BUON SANGUE, NON MENTA

2012: BUON SANGUE, NON MENTA



AUGURI DAGLI ANGELS PRUT DI SASSUOLO

Addetti stampa, si stampi chi può! (Che Dio ce ne scampi…)

Nella settimana votata allo zampone e agli zampognari, il diavoletto dei refusi ci ha messo lo zampino.

Una svista dovuta alla fretta, alla smania di chiudere le pagine per arrivare nella buca delle lettere a Natale. Insomma: tanta ansia da vigilia e poca vigilanza.

Siamo a Scandiano, cittadina casta e occhiuta. Governata da una casta politica costosa, fumosa (già fumantina) ma integerrima. Di più: ir-re-pren-si-bi-le. Sobria e glabra, estranea alla satira e al turpiloquio.

Tramontati i regni grigissimi di Franceschini e Fradici, alias Gli Effervescenti Naturali (sindaci barbuti senza peli sulla lingua né veli sul vocabolario), sono arrivati i lisci, celestissimi Giovannetti (prima) e Mammi (dopo). Un Mammi-Li-Turchi oxfordiano e post-fordista.

Giustappunto: Alessio, anche detto Cat-Alessio per l’aplomb very british con cui gestisce la comunicazione pubblica (comprese rogne e gogne), l’altro giorno era in down.

Down town. Voleva sparire, espatriare… nella migliore delle ipotesi sprofondare, probabilmente ruttare per esorcizzare.

Quando si è accorto che nel giornalino del Comune, a pag. 19, era stata inserita un’immagine contenente parolacce, beh… la frittata era fatta. Omelette indigesta, trivio da Indymedia.

Roba hard, strong e pure strange. Capita a tutti, guai a farne un dramma.

Espressioni tipo “paese di merda”, “regali di merda”, “manica di stronzi”, “fa le puzzette?” e “c’è figa nel suo ufficio?”… Sì, c’è vita su Marte, e che vita… 

Dilemma da corridoio municipale: errore umano o scherzo disumano?

Un testo scritto in piccolo (massì, un testicolo), dedicato al censimento: appena leggibile ma arrivato in famiglia in zona Cesaroni, anzi no, Cesarini. Cenone lenone (c’è figa, c’è figa…), but panettone is on the “tablet”. 

Addetti s-tampax, si stampi chi può (e che Dio ce ne scampi!) – parte seconda. A Casalgrande il sindaco-funzionario di partito Rossi, in tempo di tagli a sprechi e privilegi, sfruttando il solito conflitto di “disinteresse” in seno alle opposizioni, ha pensato bene di dotarsi di un portavoce-portacroce che mastichi di pazienza e di web.

Da qui un bando pubblico, ribattezzato “banda larga”.

Solo due i candidati ammessi al colloquio finale davanti al Polit-burro: due geni finalmente compresi seduti (sudati, sedati, diremmo squagliati) su divanetti in pelle umana dinnanzi al docile, gracile tribunale della Santa Assunzione.

Un uomo e una donna: quest’ultima già in forza al gabinetto-stampa (alla toilette politica) di Rossi, l’altro ex collabor-attore del sindaco di Scandiano. Insomma, nomi nuovi. O meglio: lavati con Peana.

Per le cronache (epifaniche) il trionfatore del beauty-contest si porterà a casa un incarico-manna lungo 30 mesi. Un incentivo alla carriera della bellezza di 50.150 euro.
Loro, incenso e mirra.

(ReggioSpia, GdR Settimanale – 31 dicembre, scritto il 28/12)

(… E TANTO ALTRO ANCORA…)

(… E TANTO ALTRO ANCORA…)


25 CINGUETTII NATALIZI

Tania Riccò e Filippo Silvestro in aperitivo al Caffè Europa.

Lo sgarbino a cena con la figlia (Francesca, bellissima) al Piedigrotta 3.

Bettelli a Villa Minozzo e Donelli al Sali e Tabacchi.

Sigarette: l’unico erogatore di pacchetti da 10 è in via Farini.

Pranzi e cene: ecceduto in farinacei.

Mimmo che manda “cartonline” (cartoline on-line) da Cerreto Alpi, Lisa dal Kenia.

P. L. Casta Gnetti a “TeleCamere”: “Sono entrato in politica a causa della fede”.

Anonimo del centro: “Sono entrato nella Fede grazie alla politica”.

Librerie piene, caffetterie piene, sagrestie piene… tasche vuote e palle piene.

“Coalizione” da Tiffany.

Ritrovo pomeridiano al Bar Zotto: un bar sport né carne né pesce.

Ricevere regalini riciclati da politici riciclati: il colmo.

Politici: colmo e sangue freddo.

La Natività. Digitale.

Nababbo Natale è un “magnager” Iren.

Auto-regalie: “Contro il potere” (Marramao, Bompiani), “Berlusconi e il ’68 realizzato” (Perniola, Mimesis), “Non sparate sul pianista” (Carradori, Effequ).

Ancora, All’Arco: duello-strenna (vero mezzogiorno di “cuoco”) tra la Parodi e la Clerici.

Parodie di chierici e altre caricature presepiali.

Angeli, demoni e demanio. L’Angelino Pdl.

Il focolare domestico e i focolarini addomesticati.

Foucault. 

L’Epistolario di Nietzsche (1885-1889, Adelphi) a 100 euro.

“Lo Zarathustra di Nietzsche” (C. G. Jung, Seminari0 1934-1939, volume I, curato da un certo Jarrett – !!!) a 45 euro.

Titolone d’un paginone sul “Foglio” di sabato: “Chiamarsi Ciro a Teheran”. Sottitolo: In Iran tornano i nomi persiani e i pellegrini zoroastriani celebrano le loro feste”.

Natale con i tuoi, mogli e buoi, feste con chi vuoi.

TAZEBAO MERAVIGLIAO

Ditelo con una pagina. Niente fiori ma opere di scrittura.

E’ tutto un pullulare di tazebao meravigliao: indignados o infigados, nell’era dei social media le passioni vanno comunicate su carta.

Perché carta canta e villan-web dorme: digita volant, scripta “valent”!

Da Occupy Wall Street a Occupy The Wall Street Journal: l’importante è esternare forte e chiaro, vero su bianco, e chi non si firma è perduto.

Perduto amor, perduto amor.

Non solo paginate di inserzioni a pagamento su temi e toni impegnati: anche love affairs.

Non solo i Della Valle Di Lacrime o le dissociazioni di categoria o i disordini professionali o i cittadini noblesse oblige bramosi di somministrare (alla Cetto Laqualunque) ricette economiche e politiche non richieste sulla base di una presunta superiorità “orale”.

ci sono anche gli innamorati non corrisposti (iscritti a “Cotta” Continua), che sempre più spesso scambiano le redazioni dei quotidiani locali per il furgoncino di Stranamore o gli studi di C’è posta per te.

Ai poster l’ardua sentenza: tipo il murales cartaceo di un romantico imprenditore di Ferrara che per riportare a sé l’amata giornalista 39enne (?) reggiana ha fatto stampare una poetica lettera in cronaca.

Pubblicate, pubblicate… qualcosa resterà.

“PERCHE’ C’E’ UN DIACONO IN ME” Dal cinepanettone al cineconcertone

“PERCHE’ C’E’ UN DIACONO IN ME” Dal cinepanettone al cineconcertone


Basta un poco di Zucchero e la pillola va giù.

Poco, appena una bustina. Qui invece ce lo hanno propinato per tre sere, una dietro l’altra, perdipiù in quella dolciastra no-fly-zone emozionale che è il Natale.

Eh sì perché le espressioni di saccarosio sociale, sotto le feste, andrebbero vietate. Roba da diabete, Mulino Bianco.

Dal cine-panettone al cine-concertone.

I film dei Vanzina e De Sica perdono colpi e pubblico? No problem: si prende la formula crassa e la si trasferisce in musica. Signori e signore, ecco a voi “Vacanze di Natale al Valli”!

La pillola va giù? Certo, ma è un Tavor, mica Viagra. Pacchetto family. Telethon dialettale sulle ali della nostalgia. Un po’ come fa Capossela al Fuori Orario a Natale e S. Stefano.

Buonismi e smancerie: massì, volemose bene. Tutti belli, tutti bravi, tutti buoni.

Sponsor della serata charity l’industriale Spallanzani (Inagra, via Pasteur), tycoon e filantropo. “Adelmo è il nostro testimonial più efficace… Zucchero, basta la parola”. In platea anche politici e industriali, damazze e ramazze.

Chocabeck? Di sicuro “Ciocapiàt”. Avete voluto Campovolo 2.0? Bene, beccatevi “Valli 1.0”!

Tutti lì a inchinarsi. Il sindaco di Reggio che dona il vessillo Tricolore, il capo della Camera di Commercio che premia con il “Regium Lepidi” (anche se, conoscendo Sugar, sarebbe stato più appropriato lo “Sfregium Lepidezze”).

Cippi. Discorsi di circostanza, convenevoli: le solite supercazzole con scappellamento a sinistra.

Già. E dire che il bluesman di Roncocesi è arrivato al successo cantando “Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress” etc… Ma non ditelo a Delrio, che gli viene un colpo (di reni).

Perché c’è un diacono in me, oh sì c’è un diacono in me…”.

Massì. Più che testi, testicoli. “Ti sputo in bocca, guarda che ti sputo in bocca…”, disse Fornaciari all’inviato (a quel paese) di Striscia.

Zucchero è un artista internazionale che piace alla gente che non tace: Bono, Sting, Clapton. E torna sempre sul luogo del deliquio parlando di vecchie maestre, nonni comunisti e preti di paese.

Basta, pietà. Si goda il mondo se è vero che il mondo lo ama.

Nemo propheta in patria, qui i giovani non se lo filano. Titoloni cartacei a parte, non si aspetti granché dalla nostra campagna. Né oro né incenso né birra.

(“ReggioSpia”, 24 dicembre – Scritto mercoledì 21/12)

Basta parlare di soldi! Almeno a Natale

Basta parlare di soldi! Almeno a Natale


Un’ossessione nazionale. Si chiude un anno in cui – in Italia – si è parlato soltanto di una cosa. Di soldi. Misura dell’esistere, del vivere, del fare politica, dell’amore e dell’odio, delle qualità e dei difetti di ciascuno e di tutti. Ti sposi? Quanto costa? Ti separi? Puoi permettertelo? Muori? Quanto lasci e a chi? Il passaggio sulla Terra, se continuiamo solo a contare banconote, sarà identico a un estratto conto. La lapide? Guadagnava tanto, guadagnava poco, era uno da 800, 1.000. Sei un ragazzo? Il tuo destino è nella pensione di quattrocento, la tua paga seicento se va bene. E sembra valere niente la testa, poco l’ingegno, zero lo stile personale: siamo tutti manichini con il cartellino appeso.

Non sfugge all’ingranaggio micidiale la stampa, apprendista stregone di questo deserto di valori. Quanto vale la parola “pensionato”? Poco o niente, al mercato dell’immagine. E difatti molti colleghi giornalisti che fino a ieri sparavano su caste e buste paga, oggi legittimamente si vergognano di dirla, di pronunciarla, quella parola. Fingono di andare ancora in redazione, di avere una casella di posta, poi ti dicono scrivimi su quella privata, è meglio… Read the rest of this entry

Casalgrande Padana, dipendenti 20°

Casalgrande Padana, dipendenti 20°


Come ogni anno, venerdì 16 dicembre, si sono svolte le premiazioni dei dipendenti che hanno festeggiato nel 2011 i 20 anni di lavoro in Casalgrande Padana. Il numero dei premiati è stato particolarmente numeroso perché nel 1991 vennero attivati due nuovi forni. Sono stati premiati: 
Albertini Elisabetta
Bertacchini Sara
Bignardi Lucio
Bursi Loretta
Califano Rossano
Casini Fabrizio
Catellani Andrea
Corrado Paola
Costi Lauro
Davoli Claudio
Esposito Claudio
Filippini Alessio
Ghittoni Massimo
Greco Massimiliano
Laurino Roberto
Leonardi Paola
Livraghi Massimo 
Le premiazioni si sono tenute alla Old House, sede dell’archivio storico e del centro di documentazione aziendale, progettato dall’architetto Kengo Kuma, antica casa colonica ristrutturata dal maestro giapponese nel rispetto della tradizione ma ridisegnata negli spazi interni per trasformarli in raffinati ambienti destinati a nuove modalità di utilizzo.  
Nell’ambito della cerimonia i ringraziamenti del presidente Franco Manfredini alle maestranze per la collaborazione, l’impegno e l’atteggiamento collaborativo con i colleghi che hanno consentito all’azienda una continua e costante crescita insieme a una “tenuta”, anche in questo momento di particolare difficoltà.