Tutte pazze per l’americano Rocky!

Tutte pazze per l’americano Rocky!


“Operazione Valchirie”: il veterano di guerra fa strage di giovani cuori reggiani. Sub-mission impossible, nome in codice “Viagra”: nella nostra città “Nonno Rambo” sta vivendo una seconda giovinezza di combattente avio-trasportato. “Oh yeah, piaccio perché non sono un ‘grillino’…”. A riportare il soldato yankee in Italia dopo 66 anni è stato l’Olandese Volante Incerti, che all’arzillo Zio Tom ha dedicato un libro “basterd”

Il veterano pluridecorato della 34th Infantry Division Roque “Rocky” Riojas, 89 anni, trovato su Facebook e diventato uno dei protagonisti del libro “Il Bracciale di Sterline”, ritorna dopo 66 anni per la prima volta in Italia dove combattè per oltre 600 giorni. Da Salerno a Battipaglia, Monte Pantano, Volturno, Montecassino, Anzio, Firenze, Linea Gotica sugli Appennini, quindi Bologna, Reggio, Parma, Brescia e Venezia. LE FOTO

La Resistenza è stata fatta da tutti gli italiani e da tante culture. Oltre ai partigiani e alle partigiane, tutti coloro che in tanti modi si opponevano al fascismo o ne proteggevano le vittime, donne, contadini, preti, insegnanti, i soldati che scelsero la deportazione alla Rsi. “Questa è la storia di tutti, non di qualche vessillo ideologico: sulla Resistenza sventola il Tricolore. Questo è il senso della storia e nessuno può permettersi di riscriverla”, ha affermato il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani questa mattina a Reggio Emilia intervenendo alle celebrazioni del 25 Aprile.

Il governatore è intervenuto in chiusura delle celebrazioni aperte, dopo l’inno di Mameli, dal Sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, che ha annunciato la presenza sul palco del veterano americano di 89 anni che ha partecipato alla Liberazione Roque “Rocky” Riojas, che è tornato in Italia a vistare i luoghi dove ha combattuto, da Montecassino a Brescia passando da Reggio Emilia. Vicino a lui i partigiani Giglio Mazzi e Iride Silvi, nome di battaglia Bruna, che il 25 aprile 1945 parteciparono alla liberazione della città.

“Abbiamo scelto dieci parole per declinare la parola Unità, per rappresentare la storia di Reggio Emilia nell’Unità d’Italia – ha ricordato il Sindaco Delrio – Tra queste, Liberta’ è il nome della festa di oggi del 25 aprile, Lavoro è il nome della festa del 1° maggio, Democrazia è il nome della festa della Repubblica, il 2 giugno. Le nostre feste civili ci parlano di conquiste importanti e di cui sempre temiamo la fragilità. Sono conquiste che abbiamo raggiunto quando abbiamo scritto, all’articolo 1 della nostra Costituzione, che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Vogliamo che rimanga scritto così, ci piace scritto così! E ancora una volta ringraziamo il nostro presidente Giorgio Napolitano per il suo impegno quotidiano nel difendere la Costituzione”.

Delrio, sottolineando come tutti i morti siano da rispettare, ha anche aggiunto, però, che c’erano una battaglia giusta e una sbagliata e «non vogliamo che sia depenalizzata la ricostituzione del partito fascista». Il sindaco, dopo aver espresso solidarietà ai lavoratori della Gfe, ha chiuso il suo intervento ribadendo l’impegno del Comune per la legalità e contro le infiltrazioni mafiose, ricordando come a Reggio «i giovani della Locride e di Libera siano stati dichiarati i nuovi partigiani della legalità».

Per la presidente della Provincia Sonia Masini «il nostro paese ha bisogno, di resistere e di risorgere. Resistere al declino verso il quale una classe politica che antepone l’interesse personale al bene comune sta trainando il Paese e resistere ai tentativi di infiltrazione delle mafie, ma la nostra comunità e le nostre istituzioni hanno dimostrato di essere uniti e di saper condividere valori comuni». 

Il presidente dell’Anpi provinciale Giacomo Notari si è invece augurato un sussulto di orgoglio democratico davanti alla proposta avanzata.

(Il libro Aliberti è la storia vera di cento uomini e donne che, da tutta Europa, scesero dal cielo e dai sentieri dell’Appennino Reggiano, guidati dalle magiche note di una cornamusa scozzese, per attaccare a Botteghe d’Albinea il quartier generale della Linea Gotica).

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>