Ipercinetici (e ipo-“ciretici”): periodo di ritrovata attività, rinnovata vitalità, audace eclettismo e lodevole iniziativa politica per gli eredi di Nenni e Prampolini, di Nanni (Moretti: Habemus Pippam!) e Scalarini (compianto vignettista in mostra a Reggio). Pasqua mondana, ore delicate e decisive: Cristo è in croce (come il pidiellino Ceroni, “inchiodato” sulla prima pagina de “Il Fatto” di ieri), ma il primo a risorgere – di sera, di notte – è il partito socialista. Dopo il successo di pubblico (e di critica, come si dice) alla presentazione “hotelpostalizzata” dei due volumi sulla storia del socialismo reggiano, l’assessore allo Sport della giunta Delrio soffia sulle candeline spegnendo i piccoli incendi (fuochi fatui, fuoco amico) del caso La Ganga e del caso Craxi (nel senso di Stefania).
Meritando almeno 15 pezzi facili (minima umoralia) di auguri…
1) Cena al Canossa, ospiti di Del Bue, venerdì scorso. Tavolata di 11 persone. La Moriconi – che abbiamo conosciuto in quell’occasione e che poco prima ci aveva offerto un aperitivo al Caffé Europa (Tassoni senza ghiaccio) – insiste: “Dài, vieni anche tu a cena, offre Mauro“. Una, due, tre volte: “Tanto paga lui”. Beh, allora…
2) Abbiamo ceduto, ci siamo seduti. (Presi per la gola e non certo per i fondelli, giammai; per inciso: il “noi”, come sa chi da anni curiosa o compulsa questi dispacci umorali e amorevoli, sta per me e il mio doppio, lo yin e lo yang, l’old e lo young, Freud e Jung: insomma, perfetta sintesi duale tra bene e male, pene e “female”, acqua e sale, Celentano e Mina; sincrasia tra essere e dover essere, o sincretismo come concessione, quindi diarchia tra intimismo e mondanità, lato – iato – privato e dark side pubblico, cortesia per gli ospiti e “nostalgia canaglia”, Al Bano e Romina, Montalbano e rumene, albume ed imene, uova pasquali e natali nobili).
3) Scusate la “divagatio” e le libere associazioni di idee e le traumatiche dissociazioni di personalità… Dicevamo: ci siamo accomodati al desco riformista (già lib-lab), giusto il tempo – roba di una ventina di minuti – di papparci un piatto di cappelletti in brodo (brodo di cappone fatto con carne arrivata dal carrello dei bolliti: nel senso letterale-culinario della definizione, sia chiaro) poiché alle 21 dovevamo vederci con un amico per brindare alla sentenza (a lui favorevole, ovviamente) che lo ha reintegrato nel posto di lavoro presso un quotidiano di Parma.
4) Poi ci siamo alzati e abbiamo salutato, dicendo che avremmo preferito, a scanso d’equivoci, pagare la nostra parte. Silenzio. Rita prova a dissuadermi, ma stavolta a insistere sono io: grazie mille, ci tengo a versare la mia quota al partito, davvero… e poi non erano male, i tortellini.
5) Del Bue ci aveva invitati il giorno prima, incrociandoci al solito Europa. “Ma lei è il famoso Ciro Piccinini? Posso avere il suo autografo?”, esordisce. Sto al gioco: “Ebbene sì, in persona. Ciao Mauro, per te questo e altro…”. “Ti invito domani all’hotel Posta alla presentazione del mio ultimo libro… poi andiamo a cena, sei mio ospite”. E’ da poco meno di sei anni che non ci frequentiamo. Già: un “sacrilegio” cui si deve porre fine.
6) Fatto sta che l’ospite, sensibile agli inviti e visibilmente affamato, ha pagato caro i suoi cappelletti: 14 euro sull’unghia. Colpa mia, intendiamoci: mi sono impuntato, mica sempre si può andare a scrocco, cribbio! Magari però… boh, se avessero insistito… Suvvia, sto scherzando.
7) Ieri sera invece la Moriconi era all’happy hour allestito da mister Shanghai, globetrotter dei Due Mondi e neo-convertito alla Due Ruote (nel senso di Harley-Davidson, mica pippe!). Passiamo sul tardi – poiché calorosamente invitati – e restiamo 7, forse 8 minuti. “Domattina vieni con me a Fidenza?”, ci fa Rita. “Dove, all’outlet?”, le rispondiamo. “No, dai… C’è un’iniziativa dei socialisti, anzi, dei socia-tristi, come li chiami tu…”. “Cazzo, che libidine: davvero una botta di vita…”. “Vabbè, ho capito”.
7-bis) Il garibaldino Mario, del circolo carbonaro Hemingway con sede al Bar Sport di Puianello (cui partecipa anche l’amico commercialista scandianese Marino), è solito definire Rita con un acronimo: TTGF (tenera tenace giunco-flessuosa). “Ma non scriverlo, sennò chissà cosa pensano”.
8 ) Poi l’annuncio: “Il 29 (aprile) viene Claudio (Martelli - ndr) a Reggio”. Si prevedono masse oceaniche, allertata la protezione civile. Sul “Giornale” di oggi, intanto, un lungo articolo di Guzzanti sulla diaspora socialista.
9) Lei, venerdì scorso, arriva dall’assemblea Ccpl e lui, Mr. Risorgimento, poeta stilnovista, la accoglie con un cavalleresco “sei un cigliegio che fa splendere i suoi fiori e che regala sempre buoni frutti a noi che non ti meritiamo”. Dante trema.
10) L’amico Ferro, intanto, sempre più sportivo, pensa alle salite (ai dislivelli) in bicicletta: “L’altro giorno ho fatto 150 km”. Davvero un iron-man, come l’ho ribatezzato. Tempo di percorrenza? “4minuti”. Un fulmine delle colline. Noi, invece, mezzeseghe come siamo, nemmeno la cyclette.
11) E ancora: Paolo da Montecchio, stampatore di siffatte e sterminate fatiche storico-narrative (nonché tipografo di Gasparini di Tuttoreggio: insomma, un martire), appare provato: “Un immane sacrificio di carta e di energie, ma ce l’abbiamo fatta”. Tuttavia porta occhiali da sole anche di giorno, per nascondere le occhiaie.
12) Rita stravede (politicamente) per il segretario nazionale Nencini. Ma anche – stando a quanto scrive Russo su L’InforMazzoni, e sempre politicamente – per l’Idv Riva, che la vorrebbe convincere a costituire un neo-gruppo unico in Regione.
13) Fascinosissima la di lei amica Federica, che si è impegnata a calcolare il nostro ascendente zodiacale. La Moriconi è Vergine (30 agosto)… nonostante abbia un erede (socialista) di tre anni. Ah, io sono un Leone, ma non un “leonino”. Di fatto Cerbiatto, ascendente Panda 4×4 (no, cappone ancora no, non esageriamo, almeno per adesso…). “Andrò a visitare il tuo sito”, incalza la bellissima, “mi dici l’indirizzo?”. Certamente: ciroandreapiccinini. “Punto it o punto com?”. L’assist è di quelli da cogliere al volo: “Punto G”, rispondo. “Ah ah ah, simpaticone”. “Ok, adesso devo andare, c’è Nessuno che mi aspetta” (qualcuno non capisce il non-sense, ma fa lo stesso: intanto il goccio di sambuca offertomi al Pegaso un quarto d’ora prima, proprio sotto la mitologica terrazza bonarettiana, comincia a entrare in circolo… circolo Chatwin, non Hemingway: via Squadroni, mica Puianello). Il dileguarmi, si sa – come lo era per l’onanista Leopardi il naufragare -, m’è dolce in questo a-mare. Il vecchio e il mare, appunto.
14) Shanghai-party parte seconda: presenti anche un fotografo e un fumettista. Poi una piccola delegazione di “gnocche” sparse e un po’ sperse, qualcuna sposata e qualcuna spaesata, di qualità e quantità comunque sufficienti per improvvisare un bunga bunga di provincia “elegante, a base di Coca Light e gingerino”, come direbbe il Cav., un po’ festa delle medie e un po’ ballo delle debuttanti, e invece no, nisba: area off limits, ovvero no “dry” zone. Atteso invano il Bet, che con il biker zapista condivide una crescente passione per l’Asia Felix.
15) Ritorno al futuro parte seconda (a parte il fatto che, in barba alla consecutio-eiaculatio temporum, in questo “Re-porcage” stiamo alternando il tempo presente e tempo passato: d’altronde, come dice il proverbio, nessuno è “imperfetto”)… Dicevamo. Anche Genovese (nel senso di Rosario) si era reso disponibile a saldare il conto del cappelletto brodoso. Sennonché, quando mai un “genovese” ha offerto qualcosa a qualcuno… Rita, nel frattempo, è diventata nostra amica su Facebook. E il carrello dei bolliti s’è guadagnato il nostro “Mi piace”.